"Soffre l’abbigliamento, bene carne e frutta"

Paolo Vangelista, responsabile della Confcommercio, analizza la situazione dei negozi dopo i saldi invernali e all’arrivo della primavera

"Soffre l’abbigliamento, bene carne e frutta"

"Soffre l’abbigliamento, bene carne e frutta"

di Ermanno Pasolini

Attività commerciali stabili anche se con tante difficoltà, aperture e chiusure quasi in pareggio e vendite pre-pasquali in calo. Paolo Vangelista responsabile Confcommercio di otto Comuni del Rubicone, fa il punto sull’andamento del commercio e del terziario in genere in questo momento: "Abbiamo tante attività in difficoltà per gli aumenti almeno triplicati di energia elettrica e gas. Per fortuna non c’è quasi più il problema pandemia che ha causato enormi difficoltà soprattutto nel settore del commercio".

Finiti i saldi come procedono le vendite primaverili?

"I saldi non sono andati benissimo e ci aspettavamo qualcosa in più, in questa settimana di Pasqua speriamo in un balzo in avanti nelle vendite, anche se le condizioni meteo non aiutano".

E con le vendite on line?

"Già prima del Covid c’erano difficoltà. Con l’avvento della pandemia c’è stato un incremento notevole delle vendite on line e questo è stato negativo per i negozi al dettaglio. Molti consumatori si sono abituati a questa forma di acquisto. Per noi restano importantissimi il rapporto e il contatto direttore fra negoziante e cliente che può vedere, toccare, provare e cambiare la merce, chiedendo sconti che spesso e volentieri il negoziante applica. Con internet tutto questo non è possibile".

Nei nostri Comuni quali attività stanno soffrendo di più?

"In difficoltà ci sono i negozi del settore non alimentare e soprattutto l’abbigliamento e gli accessori. Stanno lavorando bene macellerie, salumerie e formaggi, negozi di frutta e verdura a km 0. Ristoranti e bar hanno avuto una buona ripresa anche se quasi tutti solo nel fine settimana. Purtroppo è la categoria che ha subito gli aumenti delle utenze più alti di tutti gli altri".

Più chiusure o più aperture? "Nei due anni di Covid alcune attività hanno preferito chiudere, considerate le bollette esorbitanti da pagare. Oggi c’è una piccola ripresa con mensilmente qualche nuova apertura".

Cosa si dovrebbe fare per incentivare i centri storici?

"Chiediamo una maggiore attenzione per le attività dei centro storici che sono il cuore pulsante dei nostri paesi. Le nostre attività non hanno solo un valore economico, ma anche sociale che è fondamentale soprattutto nelle nostre piccole località collinari e montane. Servono diminuzioni delle tasse locali, più sicurezza con più telecamere di videosorveglianza, una migliore viabilità e parcheggi".

Come vede il futuro?

"Siamo ottimisti e positivi. Invitiamo i giovani a inserirsi nel mondo del commercio alzando le serrande di quei negozi che sono chiusi da diversi anni".