"Spiagge alle multinazionali? Un danno letale per il turismo"

Il presidente dei balneari di Cesenatico Simone Battistoni lancia un appello al premier Draghi: "Settore in fibrillazione, la priorità del governo deve essere quella di tutelare un settore vitale"

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Queste sono ore cruciali per il futuro degli operatori balneari, dei cantieri navali, porti turistici e altre attività economiche insediate sul demanio marittimo. Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi vuole chiudere la partita del Ddl concorrenza che introduce anche la riforma delle concessioni balneari, che fra un anno e mezzo, e precisamente dai 1° gennaio 2024, saranno assegnate tramite gara, con procedure a evidenza pubblica. Nella riviera della provincia di Forlì-Cesena ci sono 170 stabilimenti balneari, di cui 127 a Cesenatico e la restante parte a Gatteo a Mare, San Mauro Mare e Savignano Mare. Simone Battistoni, presidente dei balneari di Cesenatico e vice presidente nazionale di Sib Confcommercio, è tra gli imprenditori che ha seguito da vicino i rapporti con il Governo.

Battistoni, a che punto siamo? "Il settore è in fibrillazione, ci sono forti pressioni dal governo per accelerare i tempi".

Come è possibile valutare 30mila aziende distribuite in tutta Italia in un anno e mezzo?

"Ce lo chiediamo noi per primi, visto che i Comuni hanno già comunicato che non riuscirebbero ad evadere neppure una minima parte delle pratiche entro quella data".

Anche perché rimane ancora da sciogliere il nodo degli indennizzi.

"Noi a tal riguardo siamo stati chiari, perché la priorità è tutelare un settore vitale e fondamentale per il turismo e l’economia dell’Italia in genere".

Lo spauracchio delle multinazionali e dei fondi di investimento si sta delineando all’orizzonte?

"E’ un rischio concreto, tuttavia siamo speranzosi che anche il premier Mario Draghi sia conscio del danno al turismo nel favorire le multinazionali e i grandi fondi di investimento in un settore così delicato".

Cosa vi rende sicuri di questo?

"L’impresa privata è importante, ed una persona non vale l’altra, noi siamo una categoria vitale per l’industria del turismo e la nostra forza sono la conduzione familiare e la personalizzazione".

Voi sostenete che le vostre aziende sono state realizzate su un bene demaniale, ma le avete costruite voi con sacrifici, investimenti e mutui, quindi dovete essere risarciti quando si andrà all’evidenza pubblica.

"È il minimo, noi chiediamo che ci venga riconosciuto il valore dell’azienda nel caso in cui ci venga tolta; questo è anche utile ad incentivare gli investimenti nel futuro e vale sia per noi che per eventuali nuovi concessionari".

Dal premier Draghi quindi cosa vi aspettate?

"Auspichiamo una decisione ponderata e di buon senso, nel rispetto di tutti, che tuteli il turismo italiano".

Questa sarà inevitabilmente anche una decisione politica e a tal riguardo la Lega anche in questi giorni ha fatto dichiarazioni a favore della vostra categoria, ma ci sono anche altre forze politiche che si sono esposte.

"Sono tante le forze politiche presenti in questo Governo che si schierano dalla parte dei balneari, per difendere il modello turistico romagnolo, che è l’unico capace di attraversare anche i periodi più duri. In particolare in Emilia Romagna anche il Pd, il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, si sono schierati con noi balneari, sostenendo che distruggendo il sistema turistico attuale, si colpirebbe al cuore un modello che funziona, basato sulla professionalità, i servizi ed i valori della famiglia". Giacomo Mascellani