"Una storia tragica resa leggera dagli attori, e infine la morale. Pensare sempre prima di agire"

Dopo due anni di covid, l’esperienza del teatro è stata per noi un’immersione di vita, in quanto ci siamo trovati davanti alla capacità di alcuni attori di raccontare una storia comunicando una morale e un insegnamento, anche strappando una sincera risata.

I protagonisti de “Il delitto di via dell’Orsina” ci hanno presentato una situazione confusionaria, inizialmente fraintesa, e che solamente andando avanti con la storia e facendosi più chiare le circostanze, si è dimostrata completamente diversa. Mistenghi e Zancopè, non ricordandosi ciò che avevano fatto la sera precedente per colpa dell’abuso di alcol, sono giunti a conclusioni affrettate leggendo per caso un giornale del luogo senza rendersi conto che questo fosse di 20 anni prima. Questi d’impulso hanno subito tentato di risolvere le loro “malefatte” senza soffermarsi ad analizzare la situazione reale, quindi provando anche a mettere in pericolo o addirittura tentando di uccidere delle persone a loro vicine per eliminare i presunti testimoni.

La morale emersa dall’opera, secondo noi, racchiude il significato secondo il quale è sbagliato giudicare le circostanze in modo affrettato, senza aver chiaro il quadro generale. Le nostre azioni dovrebbero sempre essere ponderate, quindi la storia ci insegna che a volte è meglio fermarsi a pensare prima di agire.