L’annata nera dell’olio romagnolo: la produzione crolla del 70 per cento

Prima la devastante alluvione durante la fioritura e poi la siccità hanno messo a dura prova gli ulivi

Filippo Tramonti presidente di Arpo Emilia Romagna, l’associazione regionale produttori olivicoli, davanti ai suoi ulivi: secondo le stime quest’anno la produzione sarà in calo del 70%

Filippo Tramonti presidente di Arpo Emilia Romagna, l’associazione regionale produttori olivicoli, davanti ai suoi ulivi: secondo le stime quest’anno la produzione sarà in calo del 70%

Cesena, 14 ottobre 2023 – È allarme olio in una stagione che vedrà una riduzione del 70 per cento della produzione nella zona del Cesenate, e in generale in Romagna, rispetto allo scorso anno.

Una carenza dovuta alle piogge intense di maggio che sono arrivate proprio nel periodo dello sviluppo dei frutti e hanno influito negativamente sullo sviluppo delle olive. Il risultato? Minore quantità di olive e di conseguenza minor quantità del prodotto finale: l’olio.

Un anno nero a livello non solo locale, ma anche nazionale. Nel centro-nord Italia si registra infatti in media una riduzione del 30 per cento rispetto allo scorso anno nella produzione di olio, mentre è il sud della penisola che ci salva dalla caduta verticale segnando un +34 per cento rispetto allo scorso anno. A pesare quest’anno, secondo Coldiretti, è stato il clima impazzito con eventi estremi: piogge durante la fioritura a cui è seguita la siccità che ha messo a dura prova gli uliveti.

"La campagna olivicola era iniziata bene dopo le potature di inizio maggio – spiega Filippo Tramonti, presidente di Arpo Emilia-Romagna, l’associazione regionale produttori olivicoli – ma dopo le piogge estreme di metà maggio, i fiori non hanno allegato (e cioè non si sono trasformati in frutti) a causa della troppa umidità durante la fioritura. Dopo l’alluvione negli ulivi rimanevano il 50% dei frutti. Con l’estate siccitosa le cose sono andate peggiorando. La mancanza di pioggia del periodo estivo (durata fino ad ora) ha determinato la caduta dei frutti rimasti sull’albero per un 20%. Il risultato è la perdita del 70 per cento delle olive. Questo è accaduto perché la pianta, nel periodo di siccità, per potersi salvare e sopravvivere, è stata costretta a far cadere i frutti. Ci sono aziende nella nostra zona che hanno pochissime olive e non vale neanche la pena raccoglierle perché i costi sarebbero troppo alti".

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"La mancanza di pioggia di questo periodo – dice il vice presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Federico Facciani – non crea una problematica che dura negli anni, perché le piante di ulivo in questo momento sono in salute e stanno bene, quello che manca sono i frutti. Il problema riguarda il raccolto. Se iniziasse a piovere le olive smetterebbero di cadere e si arricchirebbero d’acqua, e qualcosa salveremmo. Serve assolutamente acqua. Anche gli agricoltori che hanno piantato nuovi ulivi recentemente sono preoccupati perché se non pioverà rischieranno di seccarsi".

"Il problema che stanno vivendo gli uliveti, è un problema che in ogni caso – prosegue il vice presidente di Coldiretti – non riguarda solo l’olio, ma diversi prodotti importanti del territorio tra cui vino e cerali. Per quanto riguarda la qualità invece rimane buona, il problema riguarda solo la quantità".

A preoccupare infatti è la quantità di olio che arriverà quest’anno dal territorio romagnolo, ma non c’è nessun dubbio sulla qualità che si conferma ottima.

"In Emilia-Romagna – aggiunge Filippo Tramonti – si produce un ottimo olio extra vergine di oliva e abbiamo anche due Dop: Dop Colline di Romagna e Dop di Brisighella".

E con una produzione in discesa, i costi di produzione ed energetici alti, c’è il rischio di un’impennata dei prezzi per il consumatore finale.

Secondo il report di Coldiretti ‘prezzi, l’autunno caldo dell’extravergine’, con il crollo della produzione si impennano a +42% i prezzi dell’olio extravergine di oliva che è il prodotto che ha fatto registrare i maggiori rincari nel carrello della spesa delle famiglie a tavola.