Gli effetti del meteo pazzo: prima il caldo poi le gelate, le fioriture sono a rischio

Le previsioni delle associazioni del settore: "Il prossimo mese sarà cruciale. Ci sono sistemi protettivi, ma i contadini non possono ancora assicurare i frutteti"

Un frutteto compromesso dalle ultime gelate primaverili (Immagine di repertorio)

Un frutteto compromesso dalle ultime gelate primaverili (Immagine di repertorio)

Cesena, 11 marzo 2024 – Un inverno mancato e una primavera anticipata. Un clima pazzo che si riversa ovviamente anche sull’agricoltura. Salgono i timori per le coltivazioni locali e per le piante che sono già fiorite.

L’orologio biologico sembra non scorrere regolarmente per le piante da frutto e il caldo anomalo di quest’inverno ha mandato in tilt le fioriture che sono già arrivate.

Niente di più bello per la vista e l’olfatto, che possono godere della bellezza e dei profumi dei fiori, ma venendo fuori da quest’inverno caldo, si teme per quello che può riservare la primavera. E se il clima pazzo di questo periodo, portasse per esempio delle gelate?

"Con le temperature al di sopra della media le colture a inizio marzo mostrano già fasi fenologiche mai viste prima in questo periodo – dice Daniele Facciani, vice presidente Coldiretti Forlì-Cesena –. Questa situazione le espone, a causa del loro sviluppo anticipato, a gravi rischi connessi ad eventuali, abbassamenti repentini delle temperature nonché alle classiche gelate di fine inverno-inizio primavera, che potrebbero determinare danni ancora più gravi in conseguenza dello sviluppo anticipato. L’arrivo del freddo e del gelo rischia di bruciare gemme e fiori delle piante con pesanti ricadute sulla produzione. Albicocchi, peschi e susini sono fioriti in anticipo e la paura di una gelata non la si può nascondere".

“Tutte le piante da frutto sono in anticipo con la fioritura – aggiunge Danilo Misirocchi presidente di Cia Romagna – come si sta verificando già da anni a causa degli inverni caldi, e questo mette a rischio le piante da eventuali ritorni di freddo. Oltre alle piante già in fiore, anche il kiwi sta per germogliare. La speranza è che le temperature non vadano più sotto lo zero. C’è ancora un mese pieno in cui siamo a rischio. I rimedi per le gelate ci sono: si tratta degli impianti antibrina e dei ventoloni, che sono delle eliche che muovono l’aria alta e quella più in basso in modo da garantire una temperatura non troppo fredda".

Gli agricoltori ricordano gli effetti nefasti delle gelate tardive che si sono verificate in Romagna negli ultimi anni, eventi che hanno compromesso la produzione e quindi il reddito delle aziende.

"Nelle campagne romagnole abbiamo una fioritura abbondante sugli alberi da frutto – continua Andrea Ferrini, presidente di Condifesa Romagna – su albicocchi e peschi riscontriamo un anticipo di circa una settimana rispetto alla norma, una condizione che si nota soprattutto nei frutteti collinari e meno in pianura. Ora ci affacciamo in una delle fasi più delicate, dove i rischi dettati dagli eventi atmosferici sono molteplici. Già dalla prossima settimana ogni possibile gelata sarà un rischio per le produzioni".

Come ci si può difendere? "Ci sono sistemi antigelo – continua Ferrini – e girando per le campagne in questi giorni vediamo i produttori attivare i ventoloni. Anche la chiusura delle reti antigrandine può essere un’operazione che protegge il frutteto. Ci sono anche soluzioni di emergenza come le candele, o i sistemi di irrigazione antibrina, ma che per funzionare hanno bisogno di una fonte di acqua. Ci sono poi i cosiddetti sistemi di difesa passiva come le polizze assicurative per gli eventi atmosferici, ma al momento i produttori non possono ancora assicurare i loro frutteti, siamo in attesa dell’approvazione del piano di gestione del rischio in agricoltura da parte del Governo".