Febbraio 2024 il più caldo mai registrato, il meteorologo: "Cambiamo o avremo 48 gradi in estate"

Luca Lombroso: "Soluzioni già presenti da 20-30 anni, così le acque invaderanno l'entroterra. Continuiamo a non volere coibentare le nostre case e a cementificare il territorio"

Il febbraio più caldo di sempre, il meteorologo Luca Lombroso spiega perché

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Modena, 7 marzo 2024 – Quello del mese scorso è stato il febbraio più caldo mai registrato a livello globale, oltre a essere il nono mese consecutivo di temperature massime storiche in tutto il Pianeta. È questo il preoccupante bollettino rilasciato dal servizio meteo dell’Ue, Copernicus, spiegando che anche le temperature della superficie del mare hanno raggiunto un nuovo record. Secondo il servizio Climate Change Service di Copernicus (C3S), infatti, a febbraio sono stati segnati 1,77 gradi in più rispetto alla stima mensile per il periodo 1850-1900 (il periodo di riferimento preindustriale) con temperature giornaliere “eccezionalmente elevate” nella prima metà del mese.

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Per il meteorologo Luca Lombroso – all'Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Università di Modena e Reggio Emilia -, però, non è nulla di sorprendente: “Non abbiamo più speranza, i vertici continuano a bruciare record negativi senza agire in modo coerente — le sue parole —. Proseguiamo a spendere in armamenti anziché in transizione ecologica, a far circolare fake news sulle auto elettriche, a non volere coibentare le nostre case, a cementificare il territorio. In questo modo possiamo solo sopravvivere in attesa del peggio”. Le soluzioni “sono sul tavolo da 20-30 anni, ma continuiamo a girarci attorno — ha aggiunto —. Occorre abbandonare completamente l'uso dei combustibili fossili come petrolio, carbone e gas, che non vanno demonizzati per il passato, ma vanno cessati per il futuro. Lo stesso va fatto con la deforestazione a livello globale, ma serve anche passare a un'agricoltura sostenibile, non intensiva, e lo stesso va fatto con gli allevamenti”.

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“Cambiamo mentalità o arriveremo a 48 gradi in estate" E ancora: “Dobbiamo puntare su tutto, cambiando la mentalità di vedere per forza un nemico su questi argomenti — ha aggiunto Lombroso — Il problema sono i politici oltre che la gente, vogliono avere una soluzione ma hanno una rosa di soluzioni che dobbiamo praticare. Se in alta montagna è caduta un po’ di neve non significa che il problema sia risolto, dato che la quota si sta alzando sempre di più”. E in Emilia Romagna “non c’è stato un vero mese di febbraio — ha detto ancora — Così vuol dire avere una regione troppo calda, invivibile d’estate, con temperature che potrebbero raggiungere facilmente i 46-48 gradi quando i giovani attuali saranno adulti, ovvero dalla seconda metà di questo secolo”. E i fenomeni temporaleschi “saranno intensi, con più alluvioni, così come aumenterà il livello del mare — ha allarmato Lombroso — Sempre alla fine del secolo il mare potrebbe arrivare fino a Ravenna e Ferrara. Se in passato città come Rimini o Ravenna sono state costruite nell’entroterra, per evitare il rischio di maree, oggi è stato cementificato tutto e così si rischia di venire travolti dalle acque, dato che la terra si sta abbassando sempre di più”. E inoltre arriverebbero “sempre più malattie tropicali, basti vedere l’anno scorso quando è arrivata per la prima volta la febbre dengue dai tropici”.

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Surriscaldamento globale e l’aneddoto della rana Come pensiero finale, Lombroso richiama all’aneddoto della rana per parlare del surriscaldamento globale: “Se la butto in acqua bollente, salta ed esce dalla pentola, se invece la metto in acqua fredda e man mano alzo la temperatura, si lessa — ha concluso — Noi stiamo facendo la fine della rana bollita. Abbiamo una serie di segnali allarmanti come l'alluvione dell'anno scorso, la mancanza di neve quest'anno, le ondate di caldo, le mareggiate, ma non facciamo nulla. Non andiamo alla radice del problema o, se lo facciamo, lo facciamo in modo insufficiente”. Dati Unimore: il febbraio più caldo dall'inizio delle rilevazioni nel 1861 Alcuni dati preoccupanti in Emilia a febbraio sono stati osservati di recente dall’Osservatorio Geofisico di Unimore (l’Università di Modena e Reggio Emilia): il mese scorso si è infatti concluso con una temperatura media di 10,6 gradi, il più caldo dall’inizio delle osservazioni nel 1861, battendo il recente record del febbraio 2020 (10 gradi). L’anomalia positiva registrata da febbraio 2024, rispetto al riferimento climatico 1991-2020, è di ben 4,6 gradi. Con febbraio si è concluso anche l’inverno meteorologico, che comprende dicembre, gennaio e febbraio. La temperatura media è risultata essere di otto gradi, superando di ben 3,1 gradi il riferimento del trentennio 1991-2020. L’inverno appena trascorso ha battuto il record precedente detenuto dall’inverno 2019-20. E fanno riflettere anche i numeri sulla pioggia: febbraio è stato piuttosto piovoso, con 85.6 millimetrim registrando un eccesso del 73% rispetto alla media climatica trentennale. Nell’inverno meteorologico, invece, sono stati misurati 151 millimetri di precipitazione che superano del 15% la media climatologica dello scorso trentennio.