"Divieti di balneazione, interventi per evitarli"

Il Comitato Tag Costa Mare, che riunisce varie associazioni ambientaliste, punta il dito contro la mancata attenzione al funzionamento degli scolmatori

Divieti di balneazione: gli interventi per evitarli

Divieti di balneazione: gli interventi per evitarli

Civitanova Marche, 5 marzo 2024 – «Nessun investimento contro i divieti di balneazione, alla faccia del turismo e della tutela del mare". A dirlo è il Comitato Tag Costa Mare, realtà che riunisce le diverse associazioni ambientaliste attive sulla costa, da San Benedetto del Tronto ad Ancona, in seguito alla comunicazione, da parte di Atac, del maxipiano da 4 milioni di euro che prevede una decina di interventi tra acquedotti e depuratore, ma "non affronta – è il succo della contestazione – il problema del malfunzionamento legato agli scolmatori".

Secondo Luigi Silenzi, portavoce di Tag Costa Mare (acronimo che sta per "Torri a guardia", riprendendo l’antica consuetudine delle torrette utilizzate per proteggere la costa dalle incursioni dei pirati, ndr), è necessario prima di tutto tracciare i canali "visionandoli nel dettaglio, risalendoli, per capire se vi siano collegati degli scarichi fognari abusivi: se così fosse - afferma -, bisogna ripristinare la situazione iniziale, punendo i responsabili della modifica". Il Comitato sottolinea poi la necessità di investire in sistemi che permettano di evitare problemi ambientali relativi alle alluvioni. Spesso, infatti, le abbondanti piogge generano una massa d’acqua impossibile da far defluire completamente nel depuratore e, per questo motivo, vengono aperti gli scolmatori – a Civitanova è attivo lo scaricatore del Castellaro – , che ne riversano una parte direttamente in mare. Di conseguenza, vengono emanati divieti temporanei di balneazione, anche se il più delle volte in via precauzionale, perché quelle acque possono essere considerate soggette ad inquinamento di breve durata o alla presenza di batteri.

"Spesso - conclude Luigi Silenzi - non tutti le reti sono adeguate a contenere vere e proprie ‘bombe d’acqua’, perciò è necessario impegnarsi affinché si possa prevenire, prima ancora che curare. Non è solo un tema di turismo: in primis, ci si deve porre la questione del danno subito dal mare".