"La vendita della Curia va annullata"

L’avvocato Roberto Gaetani scrive al Tribunale: "Donati vendette quel lembo alla Provincia"

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di Giuliano Forani

La vendita del bene antistante l’ex liceo di Fontespina (300 metri di lunghezza per 10 di larghezza ) ritorna al centro della cronaca e a riportarcela è l’avvocato Roberto Gaetani che se ne era occupato già in passato. I fatti. Nel 2008, la Curia di Fermo cede il bene ritenendolo suo, ereditato "per estinzione" dalla Cappellania Donati. Si tratta di una fascia di asfalto preziosa, perché storicamente utilizzata come parcheggio da residenti e pendolari che attraverso un pontile raggiungevano la vicina spiaggia. Pontile e parcheggio oggi sono impediti dal proprietario, mentre conseguenze negative ne sarebbero derivate anche nella progettazione di una rotatoria, dai residenti considerata complessa e pericolosa. Raccogliendo le sollecitazioni di un privato, ampiamente condivise, l’avvocato Roberto Gaetani, responsabile settore urbanistico-ambientale di Legambiente, avvia nel 2014 le ricerche, scopre che la Curia aveva venduto un bene non suo e lo comunica alla Provincia. Questa promuove un’azione di rivendica per ottenere il riconoscimento della proprietà sancita da un atto notarile del 1884, grazie alla cessione di tal Serafino Donati. La richiesta di rivendica, però, era incompleta, nessun atto dimostrava che il Donati fosse il reale proprietario del bene e per questo viene respinta dal tribunale.

E siccome la sentenza, spiega Gaetani, non è appellabile perchè gli atti dovevano essere esibiti in primo grado, lui scrive al Tribunale per chiedere non il riconoscimento della proprietà ma l’annullamento della vendita, avvenuta, dice, senza che il notaio facesse le dovute verifiche preventive della proprietà in capo all’Arcidiocesi di Fermo, "la quale non aveva allegato al rogito documenti attestanti gli estremi del bene, limitandosi ad affermare di essere subentrata ex lege per la estinzione della Cappellania Donati". Un equivoco, forse, di cui il legale spiega le ragioni. La Cappellania, infatti, poteva essere Ecclesiastica se frutto di donazioni su cui la chiesa aveva piena disponibilità, o laicale, beneficio su cui la Chiesa non poteva disporre e peraltro già soppressa con il Regno d’Italia. Nessuna eredità per estinzione, quindi, proprietario restava sempre il Donati che vendette alla Provincia. Nell’atto di vendita del 2008 al privato, peraltro, spiega sempre Gaetani, non è stata documentata la natura ecclesiastica della Cappellania, né dimostrato che oggetto dello stesso atto fosse il bene descritto nella vendita del 1884 alla Provincia. Vendita alla quale, sottolinea, "l’Arcidiocesi di Fermo non fece allora alcuna opposizione". Da qui la dichiarazione di nullità dell’ atto di vendita al privato. L’avvocato Gaetani lo fa presente al tribunale, mentre all’Arcidiocesi di Fermo e alla Provincia di Macerata chiede una composizione bonaria del contenzioso. La storia avrà un seguito.