CHIARA GABRIELLI
Cronaca

"Coronavirus Civitanova, l'ospedale Covid in fiera non sarà chiuso"

Solo due pazienti ricoverati, Ceriscioli: così siamo pronti al ritorno dell’emergenza, in regione servono 300 posti di terapia intensiva

Migration

Civitanova Marche (Macerata), 4 giugno 2020 - "Restano ricoverati solo due pazienti all’ospedale Covid alla Fiera di Civitanova. Bene, quando saranno dimessi, la struttura si svuoterà ma resterà aperta, ovviamente senza personale quando non ci saranno pazienti da curare, pronta però a tornare attiva appena dovesse presentarsi di nuovo il bisogno, non solo nel caso in cui dovesse esserci una seconda ondata di Coronavirus, ma per qualsiasi emergenza come questa. Ci criticano perché ci siamo fatti regalare una struttura? Io ringrazierò sempre per questo dono, e per i tempi rapidissimi in cui è diventato realtà". Così il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, dopo la pioggia di polemiche per l’ospedale-astronave alla fiera di Civitanova, dopo che lunedì è stato dimesso uno dei tre pazienti ricoverati complessivamente nella struttura. Nel mirino dei contestatori, la brevissima vita del nuovo ospedale (in funzione da un paio di settimane) e i suoi costi (12 milioni di euro previsti per gli 84 posti di terapia intensiva e sub-intensiva, questo il numero da raggiungere in prima battuta, per ora ne sono stati attivati solo 28).

Leggi anche "Virus clinicamente irrilevante, improbabile ritorno in autunno" - Effetto Coronavirus, trascurati gli altri malati -  App Immuni, dove si scarica e come funziona 

"Nessuno spreco, noi non abbiamo tirato fuori un euro – spiega Ceriscioli – e poi il grosso dei costi è per il personale. Se non ci sarà personale, perché non ci saranno più pazienti, allora la struttura resterà aperta, con funzionamento ridotto al minimo, pronta per essere riattivata nel momento del bisogno". C’è di più. "Non solo la struttura di Civitanova serve, ma è più che necessaria – prosegue Ceriscioli –. La legge ci impone di prevedere 300 posti letto di terapia intensiva in regione. Come li abbiamo ricavati nel periodo dell’emergenza piena? Impegnando gli ospedali. Siamo arrivati infatti a disporre di 220 posti, riconvertendo quelli esistenti nelle strutture. Se contiamo i 115 posti ordinari e gli 80 circa alla fiera di Civitanova, ne mancano ancora un centinaio all’appello, i soldi per farli funzionare ci sono già, il problema è trovarli. Proprio in questi giorni, sto facendo incontri con le aziende sanitarie per individuare questi posti cosiddetti a fisarmonica, ma non è affatto semplice. Ecco perché quelli che sono stati attivati in fiera sono indispensabili, e anzi non era pensabile muoversi diversamente. Tra l’altro, se ci fosse un altro picco emergenziale, dove metteremmo i pazienti? Saremmo costretti a trasportarli in altre regioni, se non fossimo già ben attrezzati".

Riguardo alla breve vita dell’ospedale astronave di Bertolaso, il governatore ammette che "sulla percezione della comunità ha inciso quel lieve ritardo (nei giorni impiegati per la delibera, ndr ) che ha fatto slittare l’inaugurazione, ed ecco che per 20 giorni si fa fatica a comprendere una scelta che prima era riconosciuta dai più come assolutamente necessaria". Quando la struttura si vuoterà dei pazienti, sperando che il trend dei contagi continui a temdere verso lo zero, "il personale che ora è impiegato alla fiera Covid tornerà da dove è venuto. Non avrebbe senso che rimanesse lì, in assenza di pazienti".