Pescatori e ritorno in mare: chi vuole può sciogliere gli ormeggi

Ma c’è chi aspetterà per sostenere i colleghi del basso versante adriatico

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Persiste l’incertezza sulla data del ritorno in mare dei pescherecci civitanovesi dopo le due settimane di serrata no stop. Francesco Caldaroni, gli altri armatori della cooperativa di cui lui è il leader (la Piccola Pesca) e un certo numero di colleghi dell’altra cooperativa Casa del Pescatore vorrebbero restare a terra domani e ripartire non prima di martedì per solidarietà con le marinerie del basso versante adriatico intenzionate a non sospendere la protesta e a continuare a incalzare il governo nazionale che, in occasione della manifestazione romana di mercoledì, non ha neppure concesso udienza alla base dei pescatori. Anche gli altri soci della Casa del Pescatore non avrebbero problemi a trattenersi per ulteriori 24 ore se non fosse per la probabile dissonanza temporale con le flotte di Ancona e San Benedetto, intenzionate a rimettersi in movimento già stanotte. Essi sostengono che, se i dorici e i piceni vanno in mare, non avrebbe senso comportarsi in modo difforme da loro. Anche perché si lascerebbe alle marinerie vicine il duopolio nelle Marche delle prime contrattazioni di pesce fresco dopo 15 giorni, destinate a fruttare ottimi prezzi. E un’iniezione di denaro è fondamentale in questo momento per le imprese, dopo la prolungata stasi e la spesa per il pieno di gasolio. In conclusione: salvo accordi in extremis, stanotte i pescherecci civitanovesi agiranno in ordine sparso. Chi vuole potrà sciogliere gli ormeggi, mentre gli altri resteranno a terra recuperando nel corso della settimana il tempo perduto. Conterà anche il livello di gratitudine nei confronti di Caldaroni, che molto s’è speso nei giorni scorsi per l’intera categoria. La sua immagine nelle altre marinerie verrebbe scalfita se Civitanova fosse la prima a scattare, quand’anche ex-aequo, nella ripartenza.

Mario Pacetti