Yacht di lusso, rivoluzione al porto di Civitanova Marche

Progetto turistico, la città potrebbe ospitare fino a dieci imbarcazioni. Manca solo l’ok delle autorità

Parte dell’equipaggio dello yacht Alalya, lungo 47 metri

Parte dell’equipaggio dello yacht Alalya, lungo 47 metri

Civitanova Marche (Macerata), 25 settembre 2020 - Lo yacht Alalya, 47 metri di lunghezza, continua ad essere ancorato al punto di attracco "Gasparroni"; un’altra grossa imbarcazione a vela statunitense, di 25 metri, è attesa per il 30 settembre; un altro yacht arabo di 55 metri dovrebbe arrivare entro ottobre. Non è una trovata elettorale come qualcuno aveva ipotizzato, ma l’anteprima di un progetto che potrebbe rivoluzionare il ruolo del porto di Civitanova, dare nuovi impulsi all’attività cantieristica e in genere a quelle che operano nel settore marittimo.

Il condizionale continua ad essere d’obbligo, ma il progetto c’è, manca solo il placet definitivo delle autorità (Regione, Comune, Ammiragliato di Ancona e Capitaneria di Civitanova) nonché la condivisione degli attuali "inquilini" di quello specchio d’acqua, che peraltro dovrebbe essere sottoposto ad una cura più costante e migliorata nel look. Perdura sempre qualche dubbio intorno all’operazione: perché scegliere Civitanova per ospitare barche multimilionarie di "Paperoni" arabi e americani? C’è una risposta, ufficiosa: Civitanova sarebbe di supporto al porto di Ancona e alle sue attività di manutenzione e dovrebbe ospitare grosse barche nella stagione autunno-inverno. Il progetto porta la firma della Hopafi con il supporto Mmyb di Montecarlo, società che costruiscono e gestiscono barche di lusso. Il porto civitanovese viene ritenuto adeguato al ruolo e la cantieristica locale, con il suo indotto, attrezzata per dare tutte le risposte al fabbisogno di yacht agli ormeggi.

La scelta di Ancona e Civitanova perché Hopafi è una società marchigiana intenzionata a potenziare le attività del diporto in una regione che non ha sin qui espresso le sue potenzialità anche se ha i presupposti per farlo. Il molo sud potrebbe ospitare al momento cinque yacht, secondo i tecnici della società, e in futuro, con una diversa disposizione dei natanti, anche dieci. Per la città non sarebbe solo un’operazione di immagine ma economico-finanziaria, con benefici che si estenderebbero anche alle attività a terra (bar, ristoranti, pizzerie e altre). Un piano di rilancio del porto, quindi, per qualcuno solo utopia. La procedura è stata ad ogni modo avviata. La richiesta alle autorità è pronta a partire, il sondaggio preventivo ha dato risposte positive.

Per il sindaco Ciarapica un’occasione da non perdere, non si nascondono però difficoltà di convivenza con gli altri utenti. Il presidente di Hopafi Tiziano Giovannetti non parla: "spiegherò tutto quando sarà il momento", dice. La parola, quindi, passa alla politica e alle autorità marittime, tertium non datur. Il momento per pronunciarsi non è certo dei migliori con la Regione in fase di formazione e la giunta che annaspa tra dubbi e difficoltà, però una riflessione seria è giusto che si faccia.