Mareggiata Porto Recanati, lo sfogo. "Sommersi dalla sabbia: nessuno ci aiuta"

Ristorante 'Le voci del mare', lo sfogo della titolare: avevamo sistemato la struttura appena un anno fa, non so se riapriremo

Il ristorante 'Le voci del mare' a Scossicci sommerso dopo la mareggiata (foto De Marco)

Il ristorante 'Le voci del mare' a Scossicci sommerso dopo la mareggiata (foto De Marco)

Porto Recanati (Macerata), 14 novembre 2019 - «La furia delle onde ha distrutto nuovamente il ristorante, e anche parte dell’abitazione che sta al piano superiore. Io e la mia famiglia siamo con le spalle al muro, perché dal 2008 abbiamo avuto danni per almeno 400mila euro. E finora Regione e Comune sono stati indifferenti. Non sappiamo se dopo l’ennesima beffa riusciremo ad aprire, dopo anni di sacrifici». È lo sfogo sconsolato di Simona Saracini, titolare del ristorante «Le voci del mare» a Scossicci, che è stato devastato dalla mareggiata (foto) avvenuta la notte tra martedì e mercoledì (video).  In che condizioni si trova il locale?  «È a dir poco disastrato. Le onde hanno spaccato la vetrata che affaccia sul mare. E le due sale da pranzo, poi, sono stracolme di acqua e sabbia, così come la casa dei miei genitori che sta al piano superiore. Nella nottata sono accorsi i vigili del fuoco che hanno dovuto sgomberare lo stabile. Parliamo minimo di 100mila euro di danni».  La situazione è disperata?  «Decisamente. Già l’anno scorso c’era stata una mareggiata che aveva fatto a pezzi il locale, con danni per 70mila euro. Nonostante tutto, avevamo sistemato lo stretto necessario e poi riaperto. Lo stesso nel 2008, quando il mare era entrato nel locale, causando danni sempre per 100mila euro. Ma è difficile andare avanti così, ci rimbocchiamo le maniche e accumuliamo spese su spese per riaprire, e alla fine la storia è sempre la stessa. Domenica c’erano circa 100 coperti prenotati a pranzo, ma abbiamo dovuto disdire l’ordine. C’è pure la beffa per il mancato incasso». 

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Riuscirete a riaprire?  «Non lo sappiamo, perché in questi anni, nonostante tanto lavoro, abbiamo speso sempre più soldi per risistemare il locale dopo ogni mareggiata. In più, abbiamo investito tanto per proteggere il ristorante con blocchi di cemento e sacchi di sabbia, che purtroppo non sono serviti a nulla. Non sappiamo come fare, e come andare avanti».  Le istituzioni vi hanno aiutato?  «Nessuno. L’anno scorso abbiamo documentato tutto e chiesto il risarcimento alla Regione, ma non hanno riconosciuto lo stato di calamità naturale, e non abbiamo visto un soldo. Per loro il mare non è un’emergenza, però il terremoto sì. Chiediamo un segnale di vicinanza, ma tutti ci stanno voltando le spalle».  E il Comune?  «Non ha fatto niente. Ogni anno ci chiede 11mila euro di Tari, che è un’esagerazione per il nostro locale. Già tre giorni fa mi ero rivolta all’ufficio tributi, denunciando le grosse difficoltà economiche che abbiamo e chiedendo di sospendere il pagamento della tassa. Tuttavia, se ne sono lavati le mani, dicendo che non era possibile. Ho provato a sentire il sindaco, che non ha mai risposto. Anche quando sono intervenuti i vigili del fuoco per l’evacuazione dal ristorante non è venuto sul posto, malgrado fosse stato chiamati dai pompieri. Abbiamo lavorato una vita intera facendo sacrifici, e ora sta svanendo tutto. Teniamo a questo luogo, perché fu aperto da mio fratello che poi morì prematuramente in un incidente stradale».  Cosa servirebbe per risolvere la situazione?  «Servono delle scogliere, e soprattutto bisogna tutelare i cittadini onesti che pagano le tasse per avere un servizio. Bisogna sensibilizzare, nessuno ci sta tutelando. Siamo a terra e non sappiamo come poterci rialzare. Ci sono solo amarezza e delusione».