L’Italia povera ma bella di Fausto Coppi

La lettera. Risponde il condirettore de Il Resto del Carlino Beppe Boni

Bologna, 3 gennaio 2020 - Potrei fare i nomi di decine di sportivi che hanno portato il nome dell’Italia in giro per il mondo. Ma ci sono personaggi come Coppi che sembrano immortali. Il suo ricordo illumina ancora il mondo dello sport e non si capisce perché. È una dote magica non tutti posseggono e che rende omaggio al ciclismo. Giovanni Bucchi, Reggio

Risponde il condirettore de Il Resto del Carlino Beppe Boni

I campioni degni di essere onorati sono tanti. Ma alcuni escono dal mondo dello sport per entrare nel costume. Accade quando un eroe dello sport è anche un personaggio che si porta dietro un’atmosfera, una condotta di vita che nel bene o nel male lo consegna alla storia. Accade con Maradona, angelo dalla faccia sporca, o Alberto Tomba, guascone di simpatia sconfinata. Ecco allora che Coppi, col suo passato africano, la love story con la Dama bianca, la rivalità con Bartali, divenne un’icona dell’Italia povera ma bella che aveva voglia di sfide e di sogni. La sua vita privata fece sognare uomini e donne in città e in periferia. Al mio paese c’è una società ciclistica fondata circa 40 anni fa. Si chiama Fausto Coppi. beppe.boni@ilcarlino.net