L’Italia frana, serve una sveglia a enti pubblici e privati

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 17 ottobre 2019 - La crescita di vittime e danni per alluvioni e frane evidenzia come l’Italia non sia capace di adeguati interventi di contenimento del dissesto idrogeologico. Di proposte di legge si discute dal 2012: risultati zero. Abbiamo visto acque fuori controllo, torrenti ostruiti, campagne allagate...

Giovanna e Marco Padricelli, Ferrara

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il panorama del dissesto idrogeologico è sconfortante: il 91% dei comuni (88% nel 2015) è considerato a rischio e 3 milioni di famiglie vivono in queste aree. Aumenta pure la superficie franosa (+2,9%) e quella allagabile (+4%). Questo perchè ci sono zone abbandonate, soprattutto in montagna, dove manca la gestione di enti per la manutenzione e il degrado avanza. I privati fanno quello che possono. Sono i dati di un rapporto Ispra. E visto che il clima è impazzito, enti pubblici e privati devono impegnarsi con maggiore attenzione: servono più manutenzione, più cura dell’ambiente e più investimenti. Non c’è altra scelta. beppe.boni@ilcarlino.net