La scienza in contropiede

"Il contropiede è come l'amore: si incontra, non si può pianificare". Nel 1978, dopo aver portato la sua Argentina per la prima volta sul tetto del mondo, Cesar Luis Menotti si poteva concedere anche affermazioni più romantiche che tecniche. Sì, perché già 44 anni fa, il contropiede era una strategia tattica che, se ben allenata e applicata, faceva la fortuna di molte squadre di calcio. Il concetto di contropiede è poi uscito dal recinto sportivo per invadere tutti i campi del sociale sfruttando la semplicità della comprensione. In medicina e scienza è associato alla prevenzione: facciamo screening per prendere in contropiede le malattie. E adesso, come testimoniano due notizie di questi giorni, si gioca d'anticipo contro le pandemie per essere pronti in caso di nuove emergenze. Rino Rappuoli conferma che nell'hub di Siena si sta lavorando per trovare un vaccino contro i batteri resistenti e, specificatamente contro il Covid, prosegue la ricerca sugli anticorpi monoclonali. L'Organizzazione mondiale della sanità convoca 300 scienziati che daranno la caccia ai nemici globali, patogeni che possono innescare epidemie e pandemie. L'obiettivo è combatterli con vaccini e cure sempre più mirati. Senza dimenticare che ancora si sta giocando su più fronti la partita iniziata nel 2020. Dall'Emilia-Romagna arriva un bel segnale: oltre 550mila dosi di vaccino antinfluenzale somministrate in meno di un mese. Giochiamo in contropiede.