Petrella, irriducibile con gli ergastoli degli altri

Bologna, 6 maggio 2021 - Non sappiamo degli altri che non hanno parlato e non si sono neppure fatti vedere in faccia. Meglio. Ma di sicuro Marina Petrella, la brigatista arrestata a Parigi con altri terroristi latitanti da anni, non è una pentita, non è una dissociata, non è una ex. Quello che ha dichiarato l'altro giorno non lascia dubbi. Con lo stesso linguaggio, e dunque lo stesso pensiero, dei vecchi comunicati a cinque stelle, parla di responsabilità collettiva, di passaggio di testimone dalla Resistenza, del fatto che le vittime sono state "largamente risarcite da tutti i.compagni che hanno fatto ergastoli", di una sorta di.compensazione con le stragi fasciste. Insomma, i discorsi di una miltante in servizio ideologico permanente, che ha dimostrato una sola dissociazione: quella dalla realtà, da una ritrovata coscienza civile, e dalle regole universali del diritto. Anche della giustizia proletaria.

Basterebbe la frase aberrante del risarcimento delle vittime con le pene scontate dagli altri. Basterebbe il fatto che ignori, o finga di ignorare il fatto  che il pilastro, il fondamento di ogni sistema giuridico è la responsabilità personale per un fatto delittuoso. E ci mancherebbe. Tradotto dal Br, il Petrella pensiero può significare  che siccome per un delitto è stato punito uno dei tre che hanno sparato, gli altri due sono esonerati da qualunque punizione. Quanto agli arzigogoli ideologici, beh, parliamo di niente. Il caso suo e degli altri latitanti arrestati e rilasciati a Parigi è molto semplice e squisitamente giudiziario. Niente a che vedere con dinamiche storiche, riflessioni ideologiche, chiusure di capitoli. Qui ci sono delle persone condannate per gravi delitti che si sono sottratte alla giustizia e che ora sono chiamate a scontare la pena. Tutto qui. Persone come la Petrella che magari non finiranno neppure in carcere, ma che sono tutto meno che ex. Che ancora pensano che debbano essere loro a processare gli altri, mentre è la giustizia, prima che la storia, ad aver condannato loro.