Ariston, l’Italia alza la voce: “Mosca ritiri la nazionalizzazione”. La replica: “Colpa delle vostre avventure anti-russe”

L’incontro tra il segretario generale della Farnesina e l’ambasciatore russo ha sancito la massima distanza tra le parti. Paramonov: “E’ una decisione legittima”. L’Ue verso nuove sanzioni

Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani (Ansa)

Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani (Ansa)

Roma, 29 aprile 2024 – L’Italia alza la voce con Mosca sul caso Ariston. Il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, ha incontrato oggi l’ambasciatore russo Alexey Paramonov a cui ha espresso il “forte disappunto” del governo Meloni per la decisione del Cremlino di nazionalizzare di fatto la filiale russa dell’azienda marchigiana di elettrodomestici.

Italia in pressing

“L’Italia chiede alla Federazione russa di ritirare le misure adottate contro legittime attività economiche di imprese straniere nel Paese”, si legge in una nota del ministero degli Esteri, con riferimento non solo al caso italiano ma in generale al decreto di Putin che colpisce anche la tedesca Bosh. Le motivazioni fornite dalla Russia “non trovano fondamento nel diritto – prosegue il comunicato – tanto più considerando che esso è stato adottato nei confronti di un'impresa che ha uno storico radicamento nel Paese e che non ha alcuna connessione con l'attuale situazione di crisi internazionale”. L’invito dunque è a “riconsiderare il provvedimento preso, essendo esso stesso qualificato da parte russa come temporaneo”. 

Urso: Ue lavora a nuove sanzioni

II ministro degli Esteri Anonio Tajani sta lavorando a una “risposta appropriata” da concordare con i colleghi europei e il G7. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ne ha parlato in una videotelofonata con il patron di Ariston, Paolo Merloni e l’amministratore delegato Maurizio Brusadelli, (presente anche il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli). Urso ha spiegato che il governo italiano insieme alla Commissione Ue sta mettendo appunto nuove sanzioni per tutelare le imprese italiane ed europee oggetto di simili atti di ritorsione da parte della Federazione russa.

La replica di Mosca 

La replica di Mosca non si è fatta attendere. Paramonov ha dato “spiegazioni esaurienti sulla legalità e fondatezza delle decisioni prese”, ribatte l’ambasciata russa in un ‘contro-comunicato’, precisando che “Mosca ha sempre attribuito particolare importanza alle proficue e reciprocamente vantaggiose relazioni commerciali ed economiche con l'Italia”. Se i rapporti si sono “deteriorati”, la responsabilità è “interamente “ dell’Italia che “ha sacrificato i reali interessi nazionali per partecipare a sterili e pericolose avventure anti-russe”. 

Il colpo di mano di Putin 

Due giorni fa Vladimir Putin ha firmato un decreto che trasferisce il 100% di Ariston Thermo Rus Llc (con sede a Vsevolzsk, Provincia di Leningrado),  filiale russa di Ariston Group, alla Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale russo Gazprom produttrice di elettrodomestici. Lo stesso ha fatto con la tedesca Bosh. In Russia l’azienda italiana è leader nella produzione di scalda acqua. Con l'inizio della guerra in Ucraina e delle sanzioni, Ariston ha interrotto gli investimenti sulla filiale russa che continua a operare in modo ordinario. Il sito produttivo di Vsevolozhsk, a 20 km da San Pietroburgo, è attivo dal 2005.  Con 64mila metri quadrati di cui 30mila coperti, 200 dipendenti tra diretti e indiretti, più altri 100 della rete commerciale, fattura il 3% del totale di Ariston Group. Neanche l’azienda sa ancora quantificare l’impatto che la mossa di Putin avrà sulle casse del gruppo.