VALERIO BARONCINI
Alluvione: un anno dopo

Il ricordo sotto il nubifragio, Giuliana e le lacrime per il marito: "Il mio Giovanni, che morte terribile"

A Sant’Agata sul Santerno (Ravenna) anche ieri un forte temporale. "Un anno fa ho visto il finimondo". "Salva per miracolo: mi hanno tirato fuori dalla finestra, ma forse era meglio andarmene via con lui..."

Sant’Agata sul Santerno (Ravenna), 16 maggio 2024 – Quel giorno, un anno fa, a Sant’Agata sul Santerno, campagna ravennate nella Bassa Romagna, l’acqua aveva inghiottito anche il cimitero. Nessuna pace per i vivi, né per i morti. E anche ieri, a un certo punto, pare non esserci pietà: un forte nubifragio colpisce Lugo, Mordano, Bagnara, Forlì, Villanova. Danni, allagamenti e la paura che torna.

La stessa Sant’Agata piange: il cielo cade, ma stavolta, nell’anniversario della più disastrosa delle alluvioni, le nuvole dopo un po’ si fermano. In una di quelle case di uno dei paesi più devastati vive Giuliana Bordini. Il marito, Giovanni Sella, era il barbiere del paese: è morto a 89 anni. Annegato. Nel suo letto. Giuliana è l’unica sopravvissuta: quasi in tutte le case aggredite dall’esondazione, sono morti anziani in coppia o soli. Molti stavano mettendo al sicuro le proprie cose o animali.

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"Dalla finestra. Mi hanno portato fuori dalla finestra di sopra", racconta Giuliana. La casa ora è ordinata, i muri bianchissimi: sono stati ritinteggiati e le porte cambiate: "Ci ho messo tutti i risparmi di una vita, e ora non ho più niente", dice. Nell’aria l’odore della pelle del pollo arrosto che si fa croccante: è la vita che va avanti, inesorabile. "Ma meglio che fossi morta anche io, così...", piange Giuliana Bordini, mentre stringe sul cuore la foto del marito Giovanni. E il racconto è straziante.

Giuliana Bordini mostra la foto di Giovanni Sella, morto a 89 anni nell’alluvione. Era il barbiere di Sant’Agata sul Santerno
Giuliana Bordini mostra la foto di Giovanni Sella, morto a 89 anni nell’alluvione. Era il barbiere di Sant’Agata sul Santerno

“Ho visto il finimondo. Io e Giovanni eravamo già a letto, lui di sotto, perché non si muoveva. Era già addormentato. io ero di sopra. Avevamo appena visto inter-Milan, poi s’è spenta la luce della lampada del comodino", dice. Quella luce spenta è un presagio sinistro: "Mi dico ‘Aspetta Giuliana, forse è saltato il salvavita’. E allora vado giù". Ma una volta arrivata a metà delle scale, "avevo l’acqua qui". La mano si alza e indica la gola: "Mi scivolavano i piedi, ero ghiacciata, come morta, ma sono scappata – racconta disperata –. Inizio a dire ‘Giovanni non ti vedo più, Giovanni non ti vedo più’... Lui dormiva, non so che morte abbia fatto". Silenzio. E dolore: "Dopo cinque giorni sono venuti a prenderlo, avevo preparato i vestiti per il funerale, ma non hanno potuto toccarlo perché era già nero. Pensi che morte che ha fatto", dice Giuliana.

Lei si è salvata per miracolo. "Mi hanno legata con una corda. Fatta uscire da una finestra al piano di sopra, era venuta la protezione civile di Massa Lombarda: mi hanno messa in ginocchio su una lettiga, sono arrivata a Massa che ero tutta bagnata, con la camicia fradicia, tutta ghiacciata e sporca".

Giorgio, il figlio di Giuliana e Giovanni, era morto giovanissimo alcuni anni fa a causa di una leucemia terribile: "Aveva fatto un trapianto con un donatore dall’America, era stato più preciso di un fratello gemello – dice –. Ma poi c’era stato il rigetto. Giorgio abbracciò me e mio marito e ci disse “Mamma, babbo, dovevo essere il bastone della vostra vecchiaia e invece mi tocca morire per primo“". Giorgio chiese a Giuliana una promessa prima di morire: fare dei viaggi. E lei e Giuliano, una volta che il figlio non c’era più, esaudirono quell’ultimo desiderio. Le foto sulla credenza e negli album raccontano quel ‘testamento’ e il sacrificio più grande: sopravvivere a un figlio. Ma per Giuliana non era finita. Ha visto il finimondo: il marito è morto travolto dall’acqua, in casa. Ucciso dall’alluvione. E un anno dopo, a Sant’Agata, non è ancora finita.

Oggi il film al Modernissimo a Bologna

Si tiene oggi alle 18 (apertura porte dalle 17.45) al cinema Modernissimo di Bologna la première del documentario diretto da Valerio Baroncini e Marco Santangelo ‘Ho visto il finimondo’. Chi si è già registrato, ha il posto garantito. Chi non è riuscito a farlo, ha ancora una possibilità: stamani dalle 10 alle 14 sarà possibile registrarsi fino ad esaurimento dei posti disponibili, sempre gratuiti, su www.ilrestodelcarlino.it/hovistoilfinimondo. Quindi nessuna paura, c’è ancora la possibilità di partecipare. Dopo la proiezione, discussione con, fra gli altri, il generale Francesco Figliuolo e il capo nazionale dei vigili del fuoco Carlo Dall’Oppio.