VALERIO BARONCINI
Alluvione: un anno dopo

I volti simbolo dell’alluvione: "Grazie di avermi salvato", l’abbraccio un anno dopo tra pensionato e carabiniere. Ecco il docufilm del Carlino, la première con Figliuolo

Il ricordo di Giacinto, 82 anni: "L’acqua continuava a salire. Gli ho detto: io non so nuotare". Giulio se lo è caricato sulla schiena e ha attraversato quel fiume impetuoso di fango e detriti. L’anteprima di “Ho visto il finimondo” giovedì a Bologna. Ecco le altre date

Bologna, 15 maggio 2024 - Giacinto Bosi e Giulio Nicolò: quattro occhi azzurri come il mare. Ma quel giorno, un anno fa a Faenza, nel Ravennate, non c’era nient’altro di azzurro. Solo i loro occhi. Un mare sì, ma putrido, marrone e limaccioso, pieno di alberi e morte, sceso dagli appennini e arrivato a inghiottire la Romagna: 17 vittime, 36mila sfollati, 10 miliardi di danni. L’alluvione più disastrosa.

L’abbraccio tra Giacinto Bosi e il suo salvatore, il carabiniere Giulio Nicolò. Sullo sfondo, lo scatto di Stefano Tedioli, l’immagine simbolo dell’alluvione del 2023
L’abbraccio tra Giacinto Bosi e il suo salvatore, il carabiniere Giulio Nicolò. Sullo sfondo, lo scatto di Stefano Tedioli, l’immagine simbolo dell’alluvione del 2023

Giacinto Bosi e Giulio Nicolò: ora si guardano, occhi azzurri di pensionato negli occhi azzurri di carabiniere, in una caserma. Li facciamo incontrare dodici mesi dopo e in mano Giulio tiene una grande foto, che li ritrae insieme, mentre cercano di sopravvivere alla forza della natura.

Giacinto Bosi e Giulio Nicolò: quello scatto, del fotografo Stefano Tedioli, ha fatto il giro del mondo. E’ una foto iconica: Giulio, carabiniere in servizio a Faenza, come una furia lotta contro la violenza dell’acqua e – in spalla – carica Giacinto. E Giacinto, 82 anni, si tiene a questo gigante cercando di proteggere le quattro cose portate via da una casa divenuta trappola e protette, in quel mare putrido, marrone e limaccioso, da una borsina di plastica.

Il pensionato cammina lungo i corridoi della caserma e incontra dunque il gigante. Salvato e salvatore. Silenzio. Una stretta di mano, salda. E un abbraccio. Con un filo di voce: "Grazie, che mi hai preso su". Un sorriso e una lacrima scende sul volto di Giacinto: "Eccome se mi ricordo di quel giorno. Mi ero messo alla finestra di casa e all’improvviso ho visto la mia macchina completamente sotto l’acqua – racconta –, ci hanno detto che dovevamo andarcene subito perché sennò il livello sarebbe cresciuto così tanto da rendere impossibile ogni salvataggio".

L’acqua, quel giorno a Faenza, arrivò anche a sei metri: molti si salvarono stando sui tetti o nelle terrazze. "E io non so nuotare – dice Giacinto –. Giulio mi ha caricato sulla schiena e mi ha portato fuori. Lo ringrazio ancora. Fa impressione vedere tanta acqua: mai vista una cosa così". Prende fiato e ribadisce: "Fa impressione, il fuoco si spegne con l’acqua, ma l’acqua non si ferma. E io non so mica nuotare".

Stessa storia, altro racconto. Quello del carabiniere Giulio Nicolò: "Mi sono tuffato, ho attraversato quella specie di fiume a nuoto e ho aperto con una spallata il portone dell’abitazione che era chiuso. Mi sono reso conto che c’erano tre persone all’interno e a quel punto ho chiamato i colleghi che erano fuori dall’acqua e sono andato immediatamente sopra – spiega –. Il tempo di riuscire a preparare il minimo indispensabile per uscire e l’acqua era già salita quasi a metà della scala. Giacinto mi ha detto che non sapeva nuotare e allora me lo sono caricato in spalla. E ho fatto solo il mio lavoro".

Pare un film. E il lieto fine c’è anche qui, nella realtà che spesso riserva ben altre sceneggiature. "Quando entri in acqua e l’acqua ti arriva alla gola, la faccenda è seria – dice ancora Giulio Nicolò –. Non hai il tempo per pensare a come andrà, hai solo preso una scelta e la porti a termine fino alla fine. Paura ce n’era tanta. Ce la porteremo dietro per sempre. Ma siamo qua. Quando c’è un incontro casuale in piazza, tra me e Giacinto, sembra che sia passato un giorni, l’unica cosa di cui parliamo è sempre l’alluvione, come fosse accaduto ieri. Prima o poi troveremo altri argomenti di cui parlare...".

Gianluigi Di Pilato, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Ravenna, sintetizza quanto avvenuto così: "E’ stata un valore aggiunto, la rete delle stazioni dei carabinieri. E questo, insieme con la prontezza dei militari, che in diversi casi hanno messo a rischio la propria incolumità per salvare le persone, è stato decisivo. Diventa quasi un sentimento familiare quello di soccorrere e supportare la popolazione. Un sentimento che nasce in ciascun carabiniere. Un carabiniere che fa solo il suo lavoro".

A sinistra la locandina del documentario che debutterà il 16 maggio a Bologna, a destra un frame del docufilm
A sinistra la locandina del documentario che debutterà il 16 maggio a Bologna, a destra un frame del docufilm

Il docufilm del Carlino: ecco le date

I nostri giornalisti sono sempre stati presenti in Romagna, per dodici mesi hanno continuato a scrivere la cronaca di una delle più gravi catastrofi che ha colpito questo meraviglioso territorio”, dichiara Agnese Pini, direttrice di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce! Il racconto oggi è diventato un docufilm, diretto da Valerio Baroncini, vicedirettore de il Resto del Carlino, e Marco Santangelo, accorso tra i primi nei luoghi più colpiti. Il film è accompagnato dalla colonna sonora del compositore Marco Reno Solferini.

“Per un anno abbiamo seguito le storie di famiglie alluvionate – dice Valerio Baroncini –. Insieme con la Regione, la Cineteca di Bologna e con il sostegno de LA BCC Ravennate Forlivese e Imolese siamo riusciti a raccontare cosa è stata l’alluvione ma, soprattutto, a tenere alta l’attenzione su una popolazione che necessita ancora di aiuti e risposte”.

L’anteprima di ‘Ho visto il finimondo’ si terrà domani alle 18 al Cinema Modernissimo di Bologna alla presenza del commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo, di Carlo Dall’Oppio, Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e dei sindaci di Bologna Matteo Lepore e di Ravenna Michele De Pascale.

Il film girerà la Romagna: primo appuntamento a Lugo il 20 maggio nel salone Estense della Rocca, poi il 22 a Ravenna al cinema Mariani, il 23 a Imola al cinema Centrale, il 27 a Faenza al cinema Sarti, il 28 a Cesena al cinema Eliseo e il 29 a Forlì al cinema Astoria. Per accedere alle proiezioni gratuite occorre riservare il posto collegandosi al link www.ilrestodelcarlino.it/hovistoilfinimondo. Il docufilm sarà visibile, oltre che sul canale ilrestodelcarlino.it/specialealluvione, anche su Sky Tg24, che ne è media partner.

’Ho visto il finimondo’ è anche il titolo di un podcast su ilrestodelcarlino.it/specialealluvione, e su tutte le piattaforme, da Apple podcast a Spotify.