CronacaAritmie ventricolari, ecco come si curano

Aritmie ventricolari, ecco come si curano

L'ospedale Maggiore di Bologna è uno dei Centri regionali di riferimento: tutti i numeri degli interventi

Aritmie ventricolari, come curarle (immagine d'archivio)

Aritmie ventricolari, come curarle (immagine d'archivio)

Bologna, 21 febbraio 2020 - Forte della sua lunga tradizione la Cardiologia dell’ospedale Maggiore è un polo di eccellenza per le aritmie ventricolari tanto da essere un centro regionale di riferimento. Le aritmie ventricolari sono le più gravi tra quelle cardiache la cui gestione richiede elevate competenze cliniche e tecnologiche. Come avviene al Maggiore fin dagli anni '90.  Una realtà cresciuta sino a registrare negli ultimi anni 430 ablazioni di aritmie ventricolari complesse di cui 186 eseguite con l’inserimento di una sonda direttamente nel torace attraverso una puntura, per aggredire le aritmie che si originano nella parte più esterna del cuore. Numeri che fanno della Cardiologia del Maggiore, appunto, il Centro Regionale per le aritmie ventricolari, tra i principali punti di riferimento nazionali. Le aritmie ventricolari sono al centro del 2° Convegno Nazionale Diagnosi e terapia delle aritmie ventricolari, in programma a Bologna oggi venerdì 21, alle 8.30 all’Hotel I Portici. Organizzato dalla Cardiologia del Maggiore diretta da Gianni Casella, il convegno raduna i massimi esperti da tutta Italia per approfondire le più aggiornate conoscenze diagnostiche e i più efficaci trattamenti delle aritmie ventricolari, invasivi o farmacologici. L’elevata professionalità della Cardiologie del Maggiore nel campo delle aritmie ventricolari, è stata ottenuta grazie alla stretta collaborazione tra il servizio di Elettrofisiologia, diretto da Gaetano Barbato, che offre procedure di ablazione transcatetere delle aritmie, studi elettrofisiologici, impianti di pacemaker e defibrillatori, e gli altri servizi dell’Area Cardiologica, Terapia Intensiva, Emodinamica, Tecniche di Imaging. Una collaborazione virtuosa che ha consentito di affrontare l’estrema complessità dei pazienti con aritmie ventricolari assicurando  percorsi personalizzati e risultati clinici ottimali.  Il servizio di Elettrofisiologia, dedicato ai pazienti ricoverati, è dotato di un angiografo digitale in grado di ricostruire, attraverso un sofisticato software, immagini tridimensionali delle camere cardiache. L’operatore può quindi navigare virtualmente in una copia tridimensionale del cuore, orientandosi con sicurezza e precisione nelle diverse aree. Nel 2019 sono state effettuate 224 ablazioni di cui 118 complesse, con un incremento del 15% rispetto al 2018. Sono state effettuati, inoltre, 235 studi elettrofisiologici, con un incremento del 13% rispetto al 2018, e impiantati 72 defibrillatori e 258 pacemaker.  Il servizio di Elettrofisiologia si avvale, inoltre, di un ambulatorio per i pazienti non ricoverati, presente nell’area ambulatori della Cardiologia. Qui vengono eseguite visite cardiologiche specialistiche aritmologiche di 2° livello con valutazione dei problemi aritmici, dalle aritmie sopraventricolari (fibrillazione atriale) ai disturbi della conduzione cardiaca (blocchi atrio-ventricolari), fino alle aritmie più complesse (tachicardie ventricolari), e offerte le migliori procedure diagnostico terapeutiche (come studio elettrofisiologico, ablazione transcatetere, ECG-Holter) o il device più appropriato (pacemaker, defibrillatori automatici trans-venosi o sottocutanei, pacemaker biventricolari, loop recorder).  Nel 2019 sono state effettuate circa 700 visite aritmologiche, con un incremento del 4% rispetto al 2018. 3.313 i controlli di pacemaker/defibrillatori, con un incremento del 3% rispetto al 2018. Oltre  400 pazienti portatori di pacemaker o defibrillatore, vengono monitorati in remoto. L’ambulatorio di Elettrofisiologia è anche la porta d’accesso del percorso dedicato alla sincope che prevede l’esecuzione di indagini strumentali per individuarne le cause ed impostare eventuali percorsi terapeutici. Il coinvolgimento precoce del medico elettrofisiologo, subito dopo l’accesso del paziente in Pronto Soccorso, garantisce il trattamento tempestivo della patologia, evitando indagini inappropriate e ricoveri ripetuti.

Forte della sua lunga