Coronavirus, bollettino di oggi 11 giugno. Primo giorno senza morti in Emilia Romagna

Sono 25 i nuovi contagi, di cui 18 asintomatici: i dati provincia per provincia. Bonaccini: “Ci stiamo rialzando". Donini: "Emozione e speranza"

Bollettino sul Coronavirus di oggi 11 giugno: nessun morto in Emilia Romagna (Foto Torres)

Bollettino sul Coronavirus di oggi 11 giugno: nessun morto in Emilia Romagna (Foto Torres)

Bologna, 11 giugno 2020 – Il primo giorno senza decessi in Emilia Romagna. Induce all'ottimismo il bollettino sul Coronavirus di oggi, 11 giugno. Per quanto riguarda i nuovi contagi, sono 25 i positivi registrati nelle ultime 24 ore, di cui 18 asintomatici, su 7.869 tamponi effettuati (385.220 dall'inizio dell'epidemia) più altri 1.445 test sierologici fatti sempre da ieri. In tutto sono 27.995 le persone che hanno contratto il Covid-19 in regione. Il numero complessivo delle vittime resta quello comunicato ieri: 4.192.

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“Oggi in Emilia Romagna non si registrano decessi da coronavirus. È una notizia che deve darci speranza, anche se non potrà mai cancellare la sofferenza di questi tre mesi, in particolare di chi ha perso familiari e amici”. Lo ha scritto su Facebook, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, commentando i dati. “Ci stiamo rialzando - ha aggiunto – lavorando insieme giorno dopo giorno e continuando a tenere alta la guardia perché il virus non è ancora sconfitto. Ma ce la faremo”.

Esulta anche l'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: "Un fatto che aspettavamo da tanto". Un risultato, afferma Donini, che "forse ci siamo conquistati con il sacrificio di tanti cittadini, con il lavoro prezioso degli operatori sanitari, con la responsabilità sociale che abbiamo dimostrato". Questo zero nella casella dei decessi, continua l'assessore, "lo vogliamo dedicare anche a tutte le persone che hanno perso la vita in questa epidemia, che abbiamo pianto giorno per giorno". Donini quindi rimarca: "Non possiamo ancora dire che questo trend continuerà ancora per le prossime giornate, in modo stabile. Ma dopo 104 giorni, non avere neanche un morto in Emilia Romagna è un risultato davvero straordinario", merito anche di "tutti i sacrifici che abbiamo imposto e subito come cittadini - ribadisce l'assessore - per far sì che ci fosse una speranza di uscita da questa epidemia".

Allo stesso tempo, oggi in Emilia Romagna si sono registrati 25 nuovi casi positivi, molti dei quali asintomatici, "catturati coi test sierologici e individuati coi tamponi - spiega Donini - continueremo a contrastare l'epidemia casa per casa, con il massimo impegno e senza abbassare la guardia. Ma oggi finalmente dopo 104 giorni in Emilia Romagna nessuno ha perso la vita e questo dato lo volevo comunicare con grande emozione, gioia e speranza".

Coronavirus, la mappa dei contagi

I casi di positività, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi, si distribuiscono così a livello provinciale: 4.519 a Piacenza (+5), 3.586 a Parma (+6), 4.966 a Reggio Emilia (lo stesso numero di ieri), 3.929 a Modena (+1), 4.667 a Bologna (+8); 399 a Imola (nessun nuovo caso); 1.002 a Ferrara (nessun nuovo caso). I casi di positività in Romagna sono 4.927 (+5), di cui 1.033 a Ravenna (+2), 945 a Forlì (nessun nuovo caso), 782 a Cesena (+1) e 2.167 a Rimini (+2).

I casi attivi scendono a 2mila

Le nuove guarigioni sono 86, per un totale di 21.803:  quasi l’80% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.000 (-61 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.766 (oltre l’88% di quelle malate):  -42 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 18 (- 7), quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 216 (- 12).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 21.803 (+86): 465 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 21.338 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Bonaccini: "Puntiamo sui piccoli ospedali"

Nella sanità del futuro "la centralità deve essere pubblica e la differenza la fa una sanità di territorio, non solo ospedaliera". In particolare il governatore dell'Emilia Romagna pensa ad un sistema fondato anche sui piccoli ospedali, le case della salute e sulla assistenza domiciliare dei pazienti, "investimenti sulla cura a casa loro".

Intervenuto questa mattina insieme al commissario Ue Paolo Gentiloni durante "Research to business", il salone internazionale per le nuove tecnologie di Bologna, Bonaccini ha tratteggiato la sanità dei prossimi anni in regione. Il governatore rivendica la prevista costruzione di tre nuovi ospedali, Piacenza, Cesena e Carpi, un primo modo per voltare pagina rispetto al passato dopo l'emergenza covid. "Qui non abbiamo chiuso nessun ospedale in questi ultimi anni, anzi li abbiamo potenziati", afferma Bonaccini. "Ma bisogna investire su ospedali anche piccoli nei territori dove sono presenti, che abbiano servizi e specialità. Poi però bisogna investire sul territorio". In Emilia-Romagna "abbiamo anche oltre cento case della salute, presidi che ci chiedono i sindaci sia di sinistra che di destra, sia 5 stelle sia civici. Poi bisogna potenziare l'assistenza domiciliare, arrivando al 10%".

Bonaccini conta molto sui fondi che potrebbero arrivare dall'Europa. "Se tutto andrà come ci auguriamo, se gli Stati non cambieranno in maniera profonda la proposta della commissione - dice Bonaccini alludendo al Recovery Fund - l'Italia potrebbe avere prossimamente una quantità di fondi mai vista del Dopoguerra. Peraltro giusti e meritati, per quanto abbiamo dato all'Europa e per quanto ha patito il paese, il primo dell'occidente ad essere investito dalla pandemia".

"Credo che il sistema sanitario - prosegue ancora il presidente regionale - complessivamente abbia retto. E' emerso come si debba sempre di più investire sulla sanità pubblica, e io confermo che al di là del meccanismo se dall'Europa dovessero arrivare oltre 30 miliardi di euro per la sanità pubblica italiana io quei soldi li vorrei avere ieri e non dopodomani". Il Mes, o comunque lo si chiami, "ci permetterebbe investimenti straordinari e importantissimi".