di Paolo Galliani
Il mantra: se il cibo permette di capire un territorio, la sua economia e la sua gente, quello biologico è l’espressione più evoluta di un’alimentazione sana e consapevole. E se sono i numeri a fotografare il peso e il valore di una manifestazione internazionale, quella che tra il 7 e 9 settembre convocherà a BolognaFiere il mondo del biologico per la 35esima edizione di Sana ha tutta l’aria di voler diventare un cantiere aperto di progetti e riflessioni: sull’Italia che consuma green e vorrebbe poterlo fare maggiormente; sui mercati esteri che provano attrazione per il made in Italy in versione bio, ma che avrebbero bisogno di essere meglio intercettati; e sul mondo politico sollecitato ad attuare il piano d’azione nazionale per raggiungere il traguardo del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2030. Grandi numeri, quelli offerti ieri a Milano, alla presentazione del Salone internazionale del biologico e del naturale, che quest’anno, fatto inedito, sarà soltanto b2b, e quindi non aperto al pubblico, una soluzione adottata su richiesta delle aziende dell’agroalimentare e della cosmesi per privilegiare l’incontro tra espositori (settecento quelli attesi), distributori e buyer. Con le due anime di riferimento a prendersi la scena: l’area Organic&Natural Food nei padiglioni 29 e 30, con il meglio dell’alimentazione bio e a filiera controllata; e l’area Care&Beauty, assieme alla sezione Green Lifestyle, nei padiglioni 21 e 22.
Appuntamento ricco di novità, come hanno ricordato, tra gli altri, Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni dirette di BolognaFiere; l’exibition manager di Sana, Claudia Castello; Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, e Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
Due i "sorvegliati speciali": la crescente domanda di prodotti a base vegetale per vegetariani, vegani e flexitariani e il fenomeno delle allergie alimentari fortemente impattante sulla popolazione. Illuminante il monitoraggio del bio presentato da Nomisma: cresce l’export del Belpaese, con un 2022 che ha fatto registrare vendite all’estero di prodotti bio (81% food e 19% vino) per 3,4 miliardi di euro (+181% rispetto al 2012). Sullo sfondo, la spesa degli italiani: 23 milioni di famiglie nel 2022 hanno acquistato, almeno in un’occasione, un prodotto bio (erano 13 milioni dieci anni fa). Perfino più sorprendente l’indagine Fipe e Ismea sull’Italia che può consumare sano "fuori casa": oltre il 50% dei bar e quasi il 70% dei ristoranti propongono o impiegano cibi, bevande e materie prime biologiche nelle loro preparazioni culinarie. A BolognaFiere la chiameranno la "rivoluzione bio".