
Bologna, 16 agosto 2023 – Bella e a volte terribile: la montagna non perdona, nessun errore. Brucia la passione per chi ne è innamorato, dagli escursionisti agli scalatori. Grande è il dolore per le perdite: terribile quanto capitato ieri a due modenesi, morti – in due circostanze diverse – durante un’uscita.
Samuele Guagnano aveva 26 anni. E’ stato travolto da un masso, staccatosi da una parete rocciosa sul monte Legnone, in Valtellina (provincia di Sondrio). Immediato l’intervento dei soccorsi, ma per lui non c’è stato nulla da fare.
Tragedia di ferragosto anche per un altro escursionista modenese, Riccardo Paganini, uscito per una passeggiata e rinvenuto morto ai piedi di un sentiero del Trentino, in Valsorda.

La montagna, da affrontare con rispetto, come è possibile quindi fare un’escursione riducendo al minimo i rischi. Ecco una piccola guida, seguendo i consigli del Cai, il Club alpino italiano.
Montagna in sicurezza, il ‘decalogo’
L’escursione
Programmare l’escursione. Prima di partire, occorre programmare nel dettaglio la gita, sulla carta topografica e sulla guida, cercando di immaginarsi già il terreno e le eventuali difficoltà. Occorre cioè sapere con esattezza, per quanto banale possa apparire, dove si vuole andare.
Non partire mai da soli. Questa è la prima, intuitiva regola di sicurezza, anche se, a volte, un’escursione in solitaria può essere “cercata”, come pure potrebbe derivare dalle circostanze. Comunque sia, si deve sempre segnalare la destinazione programmata ad altre persone, avendo ovviamente cura di non cambiare itinerario all’ultimo momento (eventualmente, fornire due possibili percorsi alternativi).
L’equipaggiamento
E’ sempre bene, secondo il Cai, curare l’equipaggiamento. In montagna, inutile dirlo, occorre andarci ben equipaggiati, sia per ciò che riguarda l’abbigliamento, sia per i materiali tecnici (piccozza, ramponi, scarponi adeguati…). Come principio generale, è bene portare più del necessario e magari non usarlo, piuttosto che meno e averne bisogno. Si potrebbe usare questo criterio: equipaggiarsi come se le difficoltà tecniche fossero il doppio di quelle ragionevolmente prevedibili. In questo modo lo zaino risulterà piuttosto pesante, è vero, come pure si porterà tutto questo equipaggiamento per trenta volte senza usarlo, ma la trentunesima volta, quando lo si userà, non sarà mai benedetto a sufficienza.
Incognita meteo
Valutare sempre le condizioni meteorologiche. Il tempo, in montagna, può fare la differenza tra una gita da favola e un’escursione da incubo. Occorre quindi ascoltare con attenzione i bollettini meteorologici, ormai sempre più precisi, e valutare, anche durante la gita, le effettive condizioni e l’evoluzione del tempo.
Valutare rischi e capacità
Nel corso dell’escursione, occorre valutare i rischi presenti, specie in rapporto alle nostre capacità e a quelle dei nostri compagni. Attenzione, in particolare, ai percorsi protesi sul vuoto, ai passaggi di nevai, alle rocce facili da scalare ma difficili in discesa, alle ripide scorciatoie, e molto altro ancora.
Non sovrastimare le proprie capacità. Occorre, con onestà, tenere ben presente i propri limiti e quelli dei compagni di gita. Ricordare che, oltre ai limiti fisici, esistono i limiti psicologici: un percorso facile per qualcuno potrebbe risultare difficilissimo per altri, magari anche solo per l’esposizione, o per una scarsa attitudine a camminare su terreno friabile.
Orientamento
Sapere dove si è e dove si sta andando è fondamentale. Per quanto molti sentieri siano segnalati, è bene non farci troppo affidamento. Occorre quindi disporre di una buona carta topografica, bussola e altimetro, in modo da sapere, sempre e in ogni momento, dove si è e dove si sta andando. In casi dubbi, o peggio con nebbia, non esitare a tornare indietro.
“Non fidarsi ciecamente delle App”
Succede spesso, spiega il Soccorso alpino speleologico del Veneto “che gli escursionisti vengano tratti 'in inganno' da un'applicazione del cellulare e portati lontani dal percorso corretto”.
"Quando camminate – proseguono gli esperti -, cercate di osservare attentamente l'ambiente attorno a voi, puntando a trovare mano a mano i segnali posti sul vostro tracciato. Se per un lungo tratto non ne incontrate, è preferibile percorrere a ritroso il tragitto fino all'ultimo visto e guardare meglio. In ogni caso, se vi accorgete che qualcosa non va, la traccia calpestata è sparita, su pietre e ghiaioni non compaiono ometti o bollini, non avete alcun riferimento, le difficoltà aumentano: meglio tornare indietro”.
Alimentazione
Curare l’alimentazione. Una lunga escursione è faticosa, per giunta in un ambiente per certi versi ostile all’organismo umano. E’ quindi importante soprattutto bere con regolarità, ma anche compiere brevi e regolari spuntini energetici e di facile digeribilità, ad esempio con frutti secchi, mele, formaggio, cioccolato.
Il cellulare
Non confidare troppo nel telefono cellulare. Per molti, è diventato una sorta di amuleto: “Tanto, se capita qualcosa, chiamo il Soccorso Alpino con il telefonino”. A prescindere da ogni considerazione di carattere etico e morale, il cellulare potrebbe non funzionare proprio quando se ne avrebbe più bisogno: il segnale potrebbe essere schermato da uno sperone roccioso, una valle incassata potrebbe non essere “coperta”, il freddo potrebbe mettere fuori uso le batterie, una caduta potrebbe rompere il telefono. Si consiglia quindi di comportasi come se il telefono cellulare non esistesse, e di contare solo sulle proprie forze, senza commettere imprudenze o rischiare più del dovuto. Se poi, in caso di necessità, si potranno contattare i soccorsi con il telefonino, sarà tutto di guadagnato.
Cosa fare in caso di incidente
In caso di incidente, prima di tutto mantenere la calma. Prima di tutto, mantenere la calma e calmare il ferito, valutando le sue condizioni e cercando di mantenerlo al caldo. Se possibile, non lasciarlo solo. Se il telefonino funziona e “prende” il segnale, contattare il Soccorso Alpino, fornendo, con calma, tutte le indicazioni utili a rintracciare il luogo dove ci si trova. Se il telefonino non è utilizzabile, il componente più esperto e allenato del gruppo deve scendere a valle, in modo da allertare i soccorsi, non senza aver prima ben memorizzato il luogo dove si trova il ferito.
Rispettare la montagna
In montagna siamo solo ospiti. Comportiamoci quindi come tali, lasciando la montagna come era e, soprattutto, come vorremmo trovarla, senza sporcare, rovinare, abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo. Rispettare quindi la fauna e la flora. In una frase: “Non lasciamo tracce del nostro passaggio”.