No vax, scritte contro Burioni a Forlì: caccia a quattro incappucciati

Le telecamere mostrano quattro imbrattatori: si lavora per identificarli. Dura condanna del sindaco Zattini e del governatore Bonaccini

Si moltiplicano i casi di vandali no-vax

Si moltiplicano i casi di vandali no-vax

Forlì, 20 settembre 2021 - Erano quattro, con i cappucci delle felpe calati sulla testa. Le loro sagome, tra le ombre della notte, sono rimaste intrappolate nelle immagini delle numerose telecamere che circondano il San Domenico. Con le bombolette, hanno tappezzato l’area del museo di scritte contro i vaccini, il Green pass e il virologo Roberto Burioni, ospite ieri dell’ultima giornata del Festival del Buon Vivere. Il volto noto della tv, opinionista di ‘Che tempo che fa’ su Rai3, ha ripetutamente difeso il siero anti-Covid. E per questo i no vax lo hanno definito "nazista", così come il certificato verde è chiamato "nazi pass". "I vaccini – secondo i contestatori – uccidono". Sulle superfici imbrattate comparivano altri riferimenti all’articolo 32 della Costituzione (quello che dice che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge").

Il fatto Burioni a Forlì, scritte no vax contro il virologo davanti al San Giacomo

Hanno sporcato le adiacenze dell’ex chiesa di San Giacomo, l’auditorium in cui ieri sera ha preso la parola Burioni insieme al direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini e al presidente nazionale dell’Avis Gianpietro Briola. Le scritte si trovavano di fronte all’ex palazzo dell’Enel, altre sul lato di via Andrelini, e anche lungo la rampa che porta al parcheggio sotterraneo di piazza Guido da Montefeltro. Non ci sono minacce e non sono stati toccati i muri del complesso museale. Gli autori, tuttavia, rischiano conseguenze penali visto che hanno agito all’interno di un’area monumentale. Sulle loro identità stanno già lavorando i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile, guidato dal tenente Antonio Amato, insieme ai colleghi del comando forlivese di corso Mazzini. Alle 13, il servizio Global Service del Comune, coordinato dalla polizia locale, ha ricoperto le scritte. Notate comunque da molti, visto che ieri mattina al San Domenico si è aperta anche la mostra fotografica ‘Essere umane’.

L’episodio ha scatenato numerose reazioni. Durissimo il sindaco Gian Luca Zattini: "Forlì è una città libera in cui ognuno può esprimere democraticamente le proprie opinioni, ma farlo in questo modo, deturpando e imbrattando il patrimonio pubblico e un luogo simbolo della nostra città è un atto ingiustificabile che questa amministrazione condanna senza alcuna riserva". E ancora: "Chi cerca lo scontro, alza i toni e imbratta i muri della nostra città non è altro che un delinquente. Rovinare il patrimonio pubblico è da incivili e da codardi". Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, sui social, ha aggiunto che "a Forlì i no vax continuano a imbrattare la città con scritte farneticanti e vergognose" (pochi giorni fa avevano colpito anche il punto vaccinale di via Punta di Ferro). Parole di condanna anche dal deputato di Italia Viva Marco Di Maio: "Sconfiggeremo questo virus, ma più dura sarà la battaglia contro l’ignoranza di certi personaggi. Atti inqualificabili che devono trovare la ferma e trasversale condanna da parte di tutti".

Preferiscono non commentare gli organizzatori, lo fa invece Legacoop Romagna (che rappresenta diversi soggetti coinvolti), con il presidente Mario Mazzotti: "Attaccando Burioni, si tende a delegittimare il metodo scientifico e lo sforzo compiuto dalle istituzioni e da tutti i cittadini nella lotta contro la pandemia. I messaggi sono ancor più da stigmatizzare, dal momento che un elevato livello di copertura vaccinale rappresenta oggi l’unica soluzione per difendere la salute pubblica e superare l’emergenza pandemica, a tutela dell’occupazione, dell’istruzione e della socialità".