ALESSANDRO RONDONI
Alluvione: un anno dopo

Alluvione un anno dopo: il 16 maggio messa in piazza e monumento a Forlì

Il vescovo Livio Corazza: "Pregheremo per le vittime e per chi soffre. E ringrazieremo i soccorritori"

Il vescovo Livio Corazza con il quadro della 'Madonna del Fango’

Il vescovo Livio Corazza con il quadro della 'Madonna del Fango’

Forlì, 7 maggio 2024 – A un anno dalla drammatica alluvione del 16 maggio scorso, il vescovo di Forlì-Bertinoro, monsignor Livio Corazza, rivolge un messaggio alla comunità invitando a partecipare alle varie iniziative in programma. "Ritroviamoci uniti per ricordare, imparare, pregare e ringraziare", scrive il vescovo nel testo indirizzato a fedeli, sacerdoti, religiosi e religiose della diocesi e pubblicato anche sul sito www.diocesiforli.it. In particolare, giovedì 16 maggio alle ore 17 sarà presente a un’iniziativa (civile) come l’inaugurazione di un monumento che ricordi il disastro presso porta Schiavonia; mentre alle 18 celebrerà una messa in piazza Saffi.

La celebrazione sarà animata in particolare dalle parrocchie dei Romiti, di San Benedetto e dalle associazioni Agesci, Azione Cattolica e dal movimento di Comunione e Liberazione. "Ricorderemo i nostri morti: Vittorio Tozzi e i coniugi Franco Prati e Adriana Mazzoli – aggiunge il vescovo –. Pregheremo e manifesteremo la nostra solidarietà verso le famiglie e le aziende che sono state colpite e che sono ancora in difficoltà. Ma sarà anche l’occasione per dire grazie ai tanti benefattori che si sono resi protagonisti nel soccorso immediato e ci sono rimasti accanto anche dopo. In quei giorni drammatici c’era da piangere per quello che era capitato ma ci hanno commosso le tante persone che ci sono state vicine, a partire dai giovani. Vogliamo dire a tutti la nostra riconoscenza e gratitudine". L’evento terminerà con omaggio musicale a cura delle scuole di musica forlivesi.

Sul sito della diocesi, inoltre, il vescovo ha pubblicato un personale ricordo dei giorni dell’alluvione, vissuti insieme ad altri sacerdoti nel seminario di via Lunga. "Verso le 20.15 – racconta – vado nel cortile e vedo (e soprattutto sento) le acque del fiume Montone che iniziano a scorrere vorticosamente sulla strada, travolgendo tutto fino a inondare case e campi, il sotterraneo del seminario, l’Emporio Caritas, la sede del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, la parrocchia di San Benedetto, il quartiere…". In quei giorni il piazzale antistante il seminario e la biblioteca si allagarono, mettendo a rischio testi e volumi antichi.

“Sono stati anche giorni – riprende Corazza – dove l’umanità e la fraternità furono più forti del fango. La mobilitazione delle comunità, delle associazioni e movimenti giovanili ecclesiali in particolare, fu pronta e unanime. Questa è la Chiesa che ci piace! Quando sa essere concreta, generosa, intelligente, pronta e coinvolgente".

Corazza, poi, aggiunge che è stato il tempo anche delle domande: "Dio, dove sei?, ci siamo chiesti. Dio, il 16 maggio, era sulle strade a spalare fango e sarà nella testa di coloro che progetteranno luoghi più sicuri dove abitare e stili di vita più rispettosi dell’ambiente che Lui ci ha donato".