Alluvione in Emilia Romagna, un anno dopo: voci, volti e storie di chi ha vissuto l’inferno

Tra il primo e il 3 maggio e poi tra il 16 e 18 maggio 2023 pioggia, esondazioni e frane: 17 morti e danni per 10 miliardi. Il ricordo di quei momenti nel nostro podcast e nel nostro documentario

Bologna, 27 aprile 2024 – Pioggia, allagamenti, esondazioni, frane: tra l’1 e il 3 maggio e tra il 16 e il 18 maggio 2023 l’Emilia-Romagna è stata colpita con una violenza senza precedenti. L’alluvione ha devastato 91 comuni: in ginocchio le province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Colpite anche Modena, Reggio Emilia e parte di Marche e Toscana.

In alto da sinistra, in senso orario: Silvia Dal Santerno, Silvia Campana, Giuliana Bordini e Isabella Salvini, alluvionate e fra i protagonisti del documentario
In alto da sinistra, in senso orario: Silvia Dal Santerno, Silvia Campana, Giuliana Bordini e Isabella Salvini, alluvionate e fra i protagonisti del documentario

Sono stati registrati picchi di pioggia anche superiori a 600 mm in appena 48 ore: 23 corsi d’acqua sono esondati per un volume di 350 milioni di metri cubi. Inizialmente gi sfollati erano più di 36mila, i danni stimati arrivano a 10 miliardi. Migliaia di frane e 500 strade chiuse. Morte 17 persone: molti erano anziani che vivevano soli, alcuni volevano salvare le proprie cose o animali.

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Silvia è stata per ore su un tetto. L’acqua era arrivata a sei metri d’altezza a Faenza: alcuni agenti della polizia provinciale su un canotto l’hanno salvata, insieme con i suoi gatti, dopo aver sentito il suono della vuvuzela trovata per caso in soffitta e aver scorto, in una notte più nera del buio, il giallo fluo del suo cappellino.

Giuliana è sopravvissuta al più atroce dei dolori: il marito Giovanni dormiva al piano di sotto e l’acqua l’ha inghiottito in pochi secondi. A Sant’Agata sul Santerno nemmeno il cimitero era stato risparmiato dalla furia dell’acqua: "A volte mi dico – confessa con la voce strozzata – ‘sarebbe stato meglio se fossi morta anche io’. Ho visto il finimondo".

Isabella ha perso la casa ed è stata ospitata per un anno all’hotel Cavallino. In quell’hotel, sulla via Emilia verso Forlì, però, s’è pure sposata: "Non è stato il matrimonio dei sogni, ma forse è stato anche meglio".

Silvia e Gianni, in appennino a Dovadola, gestiscono l’osteria ‘Il Casetto’: la montagna s’è sbriciolata, il fango è entrato anche dalle prese elettriche, ma adesso si sono rialzati.

Sono solo alcuni dei protagonisti del documentario e del podcast ‘Ho visto il finimondo - Il racconto dell’alluvione’ che Quotidiano Nazionale - il Resto del Carlino ha preparato a un anno dalla tragedia. Volti e storie, voci e ricordi, interviste esclusive e immagini inedite che potrete ascoltare e vedere sui nostri siti e sulle piattaforme. Un modo per non dimenticare, certo. Ma anche per tenere alta l’attenzione su un disastro nazionale.

Il podcast uscirà per sei venerdì di fila a partire dal 3 maggio e lo potrete trovare, oltre che sul nostro sito (www.quotidiano.net, www.ilrestodelcarlino.it dove ci sarà un canale dedicato allo speciale alluvione) su tutte le piattaforme, Spotify, Google e Apple podcast. Il documentario, della durata di un’ora, sarà disponibile sui nostri siti dal 17 maggio, ma ci sarà un’anteprima aperta ai lettori (con modalità di ingresso che nei prossimi giorni vi indicheremo) e alle istituzioni.

L’appuntamento è per il 16 maggio alle 18 a Bologna al rinnovato cinema Modernissimo: ci saranno poi altre proiezioni gratuite in Romagna in tutte le città toccate dall’alluvione, grazie al sostegno della Bcc ravennate, forlivese e imolese. Si partirà da Ravenna, poi Imola, Faenza, Lugo, Forlì e Cesena: per un anno abbiamo seguito famiglie e sopravvissuti, dalla piccola località bolognese di Selva Malvezzi fino all’Eremo di Montepaolo, nel forlivese strozzato dalle frane.

La locandina del nostro documentario 'Ho visto il finimondo - Il racconto dell’alluvione’
La locandina del nostro documentario 'Ho visto il finimondo - Il racconto dell’alluvione’

L’immagine scelta per la locandina, del nostro fotografo Stefano Tedioli, ha fatto il giro del mondo: un carabiniere porta sulle spalle un anziano in un mare d’acqua, in una corsa disperata sotto gli occhi attoniti di altri militari e passanti. Tutti e tre (il reporter, il carabiniere e il salvato) raccontano quanto accaduto in quelle ore convulse nel documentario e nel podcast. ‘Ho visto il finimondo’ racconta soprattutto la sopravvivenza, la speranza, il volto di chi ce l’ha fatta. Senza polemica, ma con la forza della vita. Eppure con sacrifici altissimi.

Il post alluvione è stato per ora oggetto di una delle più aspre battaglie politiche degli ultimi anni, con accuse incrociate fra Roma e le amministrazioni locali. Ciò che è certo è che ben pochi cittadini hanno visto i rimborsi, tolti i contributi iniziali e nonostante i cospicui fondi di risarcimento previsti dal Governo: prima non era operativa la piattaforma per chiedere i contributi, poi le difficoltà burocratiche e con il credito d’imposta, e ancora il caos dei beni mobili non rimborsati.

Fino a oggi, quando sono arrivati i primi assegni, come spiega il commissario alla ricostruzione Francesco Figliuolo: "Ho già firmato un po’ di erogazione di rimborsi per i privati e sono proprio contento. C’è Cesena, c’è Faenza, ci sono altre cittadine. Vuol dire che la macchina è oleata, funziona, i fondi ci sono e noi andiamo avanti a erogare. Abbiamo 630 milioni, in questo momento un po’ erosi perché ho cominciato a rimborsare. Posso dire che ho rimborsato il 50% di quanto riconosciuto, poi con la nuova ordinanza arriveremo direttamente al 100%".