Truffa casa vacanza, le 8 regole d'oro per non farsi raggirare

I consigli frutto della collaborazione tra polizia postale, Unione Nazionale Consumatori e il portale Subito.it

I consigli della polizia postale per evitare la truffa della casa vacanza (Foto Cusa)

I consigli della polizia postale per evitare la truffa della casa vacanza (Foto Cusa)

Bologna, 30 giugno 2020 – Un vademecum del viaggiatore fai da te, o, se preferite, una lista di buoni consigli, utili per non rischiare di incappare in una truffa quando si prenota l'alloggio per le vacanze. E' questo, in un'estate resa già piuttosto complessa, per i viaggiatori, dalle conseguenze della pandemia, il risultato della rinnovata collaborazione tra la Polizia Postale e delle Comunicazioni, l'Unione Nazionale Consumatori e il noto portale Subito.it. 1. Immagini realistiche, complete e non troppo patinate Per verificare la coerenza tra l'alloggio e l'immagine che ne viene fornita, occorre controllare che non siano state usate foto di repertorio, ma scatti di una casa reale. Gli annunci fraudolenti, nella maggior parte dei casi, riportano infatti foto di abitazioni realmente esistenti e pubblicizzate su altri siti. Per verificare questa circostanza, una funzione come 'ricerca inversa immagini' di Google permette di trovare immagini identiche presenti in rete e quindi, in caso di copia/incolla fraudolento, di risalire al reale annuncio. 2. Descrizione completa e dettagliata dell'immobile

Per capire se l’immobile e la zona (distanza dal mare, posizione, accessibilità ai diversi tipi di servizi) corrispondono alla descrizione fatta nell’annuncio, si consiglia di cercare la strada indicata sulle mappe disponibili nel web e, una volta trovato il luogo esatto, di passare alla visualizzazione tramite satellite, per togliersi ogni dubbio. 3. Contattare l'inserzionista via chat Per valutare l’affidabilità dell’inserzionista, vale la pena controllare da quanto tempo è attivo sulla piattaforma, quanti annunci ha pubblicato e quanti ne ha attualmente online. Si consiglia, in questo caso, di diffidare da chi pubblica da poco tempo o ha solo un annuncio attivo. Per conferme ulteriori, poi, sarà sufficiente prendere contatto tramite la chat della piattaforma. 4. Prezzo dell'immobile adeguato Per capire se un prezzo è adeguato, è opportuno fare una ricerca sulla zona tramite la piattaforma in cui è presente l’annuncio, per sincerarsi che esso sia in linea con gli standard della località prescelta e i caratteri strutturali della casa. 5. Incontro con l'inserzionista Per verificare che tutto sia regolare, dopo le accortezze preliminari, sarebbe opportuno fissare un appuntamento con l’inserzionista per una visita dal vivo della casa. Diffidare sempre di quegli annunci in cui l’offerente dichiara di trovarsi all’estero e richiede una caparra solo per vedere la casa. 6. Richiesta e valore caparra La richiesta di una caparra, in caso di locazioni temporanee, è legittima, purché non risulti superiore al 20% del valore totale della transazione. 7. Documenti di identità Non inviare mai documenti personali: carta d'identità, patente o passaporto non devono mai essere condivisi con il locatore, in quanto potrebbero essere utilizzati per fini poco leciti. 8. Pagamenti Effettuare pagamenti solo su Iban o tramite metodi di pagamento tracciato, tenendo presente che l'Iban bancario deve essere riconducibile a un conto corrente italiano, circostanza che è possibile verificare tramite strumenti come 'IBAN calculator'. Conviene sempre evitare, pertanto, strumenti di pagamento che non consentano un'identificazione certa del destinatario (Western Union, Money Gram, vaglia veloce ecc.), non essendo concepiti per l’e-commerce. Anche le carte di credito ricaricabili, inoltre, non offrono sufficienti garanzie.

Parliamo di un'iniziativa, dunque, finalizzata a porre al riparo i vacanzieri da un fenomeno, quello dei raggiri online, che in Emilia-Romagna conta già 14 casi nei primi sei mesi del 2020, per un danno medio che balla tra i 1.000 e i 2.000 euro ma con picchi che, nel caso di abitazioni residenziali o stabili commerciali, sfiorano anche i 40.000.

Le truffe descritte vanno sempre denunciate”, dichiara Geo Ceccaroli, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna, secondo il quale “le vittime devono far prevalere il loro diritto ad un intervento di giustizia, superando il senso di vergogna comune a chi è stato raggirato”. Questo tenendo ben presente che, come in tutti i reati informatici, la tempestività dell’informazione alla Polizia Giudiziaria è fondamentale ai fini investigativi, per poter confidare di recuperare in tutto o anche solo in parte il denaro sottratto.