Sperando che non ci capiti mai

di MASSIMO PANDOLFI- Tutti quei morti, tutto quel fango. Le Marche, regione di gente tosta e perbene, ne ha passate tante in questi anni. Troppe. E si sta rimboccando di nuovo le maniche, nonostante tutto. Nonostante la politica (destra o sinistra, non fa differenza), nonostante la burocrazia, nonostante un mondo che continua a farci capire che non siamo noi i suoi  padroni e che in fondo la natura fa ciò che vuole. Ma almeno proviamoci a non innervosirla troppo questa natura con le nostre disattenzioni e con le nostre lacune. E' cambiato il clima, ce lo diciamo da anni. Ma tutto sommato, si continua, continuiamo, a pensare-sperare che la furia di un fiume o del mare o del vento o di un temporale non allagherà mai la nostra casa, i nostri affetti, la nostra vita. Forse lo pensavano anche le centinaia, migliaia di persone delle Marche che hanno visto ribaltarsi l'esistenza giovedì notte. Lo pensava anche quella povera donna che si è vista strappare via dalla furia dello tsunami il suo figlioletto, ancora oggi disperso ed è uno strazio. L'avanzata dei cataclismi è impressionante, dobbiamo farci i conti. Non sperare che tutto sommato a noi non capiterà mai. Avanti così, purtroppo capiterà, sì che capiterà. Anche a me, anche a te che leggi.