Influencer: quante tasse pagano e come, parla l’esperto

E' la professione più ambita tra i giovani, che subiscono il fascino del mondo social e virtuale. Le imposte però sono reali e “si rischia di incorrere in errori, più o meno consapevoli”. Il commercialista Riccardo Dondi spiega come districarsi

Influencer e tasse, come e quanto si paga nella professione più ambita. Nel riquadro il commercialista Riccardo Dondi

Influencer e tasse, come e quanto si paga nella professione più ambita. Nel riquadro il commercialista Riccardo Dondi

Bologna, 9 marzo 2024 - Tutti vogliono fare gli influencer. E' la professione più ambita tra i giovani, che subiscono in modo particolare il fascino del mondo social.

Anche perché sembra tutto molto semplice e immediato apparentemente, ma non lo è affatto, specialmente in tema di tassazione. E allora è facile incorrere in controlli e multe della Finanza, come è successo a Bologna a 4 influencer (fra cui Gianluca Vacchi e Luis Sal) e 5 digital creator, che hanno dovuto rispondere di 11 milioni di tasse non pagate e successivamente saldate. 

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Il commercialista bolognese Riccardo Dondi, esperto della materia – e membro della commissione dell'Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili sulle Criptovalute – prova a fare chiarezza dal punto di vista fiscale.

Fare l’influencer è davvero così facile come tanti giovani pensano?

"Niente affatto. Iniziamo col dire che è un mondo border line, che andrebbe regolamentato molto bene, per non incorrere in errori. Le norme fiscali in materia sono un po' indietro rispetto alla realtà di oggi".

Nella sua professione le capita di avere a che fare con influencer o aspiranti tali?

"Le dico solo che la scorsa settimana ho tenuto un corso qui a Bologna. Bene, la metà della classe voleva fare la libera professione nel mondo influencer. Molti di loro già lo fanno e magari non si pongono nemmeno il problema delle imposte".

Poniamo il caso che io voglia fare l'influencer: quante tasse dovrò pagare e come?

"Beh, dipende. La mia domanda al cliente sarà: quanto guadagna? Più o meno di 5 mila euro all’anno?".

Perfetto, vediamo caso per caso: per guadagni inferiori a 5 mila euro?

"In questo caso si tratta di prestazioni occasionali, dove non serve partita Iva e allora l'influencer dovrà pagare solo l'Irpef con il primo scaglione: 23%".

E se supero i 5mila euro?

"Allora può generare due tipi di reddito: da attività di impresa oppure da lavoro autonomo. Nel primo caso lei farà gestione di e-commerce all'interno di internet o social network. Nel secondo caso monetizza la propria immagine. Ma in entrambi i casi è necessaria la partita Iva. Quindi lei pagherà tre cose: l'Iva, l'Irpef e l'Inps".

E come scelgo il regime fiscale più adatto a me?

"In base a quanto si fattura, il commercialista consiglierà il regime fiscale più adatto. Sotto gli 85mila euro all’anno sarà a regime forfettario".

Qual è il vantaggio del regime forfettario?

"Il vantaggio è che non si paga né Iva, né Irpef: al loro posto c'è un'imposta sostitutiva: il 5% per i primi 5 anni, poi si passa al 15%. Comunque meno del 23% di cui parlavamo prima. Mentre l'Inps resta uguale".

E se supero gli 85mila euro?

"Il regime non può essere forfettario. Quindi paghi Irpef, Iva e Inps. Se si fa una srl si risparmia qualcosina perché si paga l'Ires al posto dell'Irpef, ma ha costi di gestione più alti. Sugli utili distribuiti dalla srl c’è unulteriore tassazione del 26%". 

Tanti influencer però eludono il Fisco, più o meno consapevolmente.

"La maggior parte sono giovani impreparati in materia fiscale, iniziano per gioco poi fanno soldi facili. Utilizzando conti correnti esteri oppure Paypal, o anche criptovalute, potrebbero pensare di non dover dichiarare questi proventi.  Ma prima o poi il fisco se ne accorgerà, soprattutto momento in cui vengono disinvestiti e utilizzati in Italia. Un’altra argomentazione da approfondire in merito all’imponibilità fiscale di tali proventi è influenzata dall’individuazione del Paese dove si svolge tale attività e quindi in base alla “territorialità” delle prestazioni cambia il prelievo fiscale". 

Insomma il mondo è virtuale ma le tasse sono reali.

"Sì, è anche vero che la normativa non è così chiara, per cui qualcuno purtroppo potrebbe approfittarsene".