MATTEO NACCARI
Editoriale
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Rebus aeroporto

L'aeroporto di Bologna ha messo in archivio un altro giugno da record: i passeggeri hanno superato il milione, in crescita di quasi il 9 per cento rispetto al 2023. E questo mese diventa quello col maggior livello di traffico di tutta la storia dello scalo. Un successo per l'Emilia-Romagna che si gode anche i numeri di Rimini: nei primi sei mesi i viaggiatori sono stati oltre 126mila con un aumento del 23 per cento sullo scorso anno. Tutto bene quindi? Non proprio. Pur avendo fatto passi da gigante, il Marconi resta uno scalo con diverse problematiche, con le attese per i bagagli all'arrivo che spesso sono ancora lunghissime, con la realizzazione dei tanti sospirati finger (i tunnel che collegano direttamente l'aerostazione all'aeroplano) che ancora latita, con spazi poco agevoli (compresi i check-in e l'area imbarchi) per dati di passeggeri robusti e in costante aumento. L'ultimo sciopero - la settimana scorsa - indetto dai sindacati dei lavoratori dello scalo per chiedere una gratificazione salariale in favore di tutti i dipendenti ha messo in luce pure queste problematiche, con la sottolineatura che 'il traffico è cresciuto in maniera più veloce rispetto alle previsioni degli organismi internazionali europei e il lavoro continua mentre l'ampliamento della struttura è in corso in contemporanea appunto con l'aumento del traffico'. In sostanza i disagi per chi frequenta l'aeroporto ci sono, così come non hanno mancato di specificare più volte sia gli industriali che la stessa Ryanair, una delle compagnie più importanti. Gli investimenti sono in corso, è vero, e prevedono un allargamento della sala imbarchi, l'arrivo dei finger e così via e la speranza è che tutto questo basti. Basti a rendere lo scalo di Bologna finalmente all'altezza degli altri scali italiani e di quelli europei delle città che hanno le stesse dimensioni. Vediamo. Altrimenti a un certo punto bisognerà dire stop a questi numeri. La struttura non potrà più sopportare i tanti passeggeri che la scelgono. Con ricadute sugli affari, sul turismo e quindi sull'indotto di tutta Bologna.