Editoriale

Stop impunità a chi devasta le scuole

Bologna, 24 aprile 2024 – Due Istituti scolastici superiori, il tecnico Belluzzi e il liceo Fermi devastati dagli studenti a Bologna: vi sembra civiltà questa? No, questo è teppismo, è violenza pura, vandalismo gratuito. Spero davvero che gli studenti, meglio i delinquenti, che hanno messo in scena questo caos vengano puniti severamente. Certo, sarà solo una esigua minoranza di ragazzi che si comporta in questo modo, ma appunto per questo non deve essere difficile individuare i responsabili e punirli. Severamente, senza sconti.

Stefano Bernardini

Risponde Beppe Boni 

Non ci sono attenuanti per ciò che è successo ed è l'ora di cancellare una parola dal vocabolario: impunità. Chi ha rubato suppellettili, devastato banchi, computer, porte, mobilio e altro non deve passarla liscia. Il dialogo si imbastisce con le persone civili, non con i violenti. I cittadini di Bologna ne hanno abbastanza di collettivi che creano caso all'università (sempre gli stessi) e di delinquentelli che distruggono le scuole. I canali per intervenire sono due. Uno, punizione con tutti gli strumenti a disposizione dell'amministrazione scolastica. Due, azione attraverso il codice penale che offre ampio margine di risposta alle provocazioni. Sono studenti che sbagliano? Può darsi, intanto gli si presenti il conto compreso quello dei risarcimenti per i danni provocati all'interno della scuola. Anche questa è educazione. Chi sbaglia intenzionalmente paga. Una scuola non si devasta inavvertitamente. E i primi a doversi rivalere su questi guerriglieri urbani da strapazzo dovrebbero essere gli studenti perbene, cioè la maggioranza, perché indirettamente anch'essi hanno subito danni alla reputazione e in modo oggettivo non potendo entrare in classe. Chi sa parli, chi ha visto in faccia gli imbecilli li denunci. È una scelta di civiltà di cui non bisogna avere timore. Tacere è quasi complicità.

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