Bologna è una città che sa guardare avanti e bene ha fatto la giunta comunale ad avviare il progetto Città 30 per limitare gli incidenti. Mi aspettavo però che nell'approvazione definitiva da parte del Senato del disegno di legge recante interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada ci fosse maggior convinzione nell'estendere questo provvedimento di civiltà Un'occasione persa.
Giovanni Donati
Risponde Beppe Boni
Il nuovo codice della strada ha introdotto molti elementi importanti per migliorare la sicurezza della circolazione, ha regolato ancora meglio le norme ( e le sanzioni) che riguardano il tasso alcolico di chi si mette alla guida, ha imposto l'obbligo del casco e della targa ai monopattini (benissimo) e altro ancora. Sul limite del 30 all'ora il governo ha chiarito di non essere pregiudizialmente contrario a questa regola (ovvio) ma di volerla applicare con equilibrio. I 30 all'ora obbligatori sono una scelta di buonsenso se applicata dove serve e cioè nelle zone ad alto tasso di incidenti, nei pressi delle scuole, degli ospedali e di altre realtà sensibili. La volontà del comune di Bologna di applicarla in modo trasversale nel 70% dell'area urbana come è noto si tratta di un mezzo flop. Impossibile procedere ovunque a passo di lumaca, quasi nulli i controlli, nessuno o quasi rispetta il provvedimento altrimenti il traffico si bloccherebbe. Siamo sinceri, le caratteristiche e le esigenze di arterie cittadine e quartieri sono differenti e inoltre la velocità rallentata aumenta i tempi di spostamento e favorisce la distrazione al volante, che secondo tutte le statistiche è la prima causa di incidentalità stradale.