Alluvione, la Regione Emilia Romagna: quasi 9 miliardi di danni. Il nodo del commissario

A Palazzo Chigi si è svolto il secondo tavolo sull’emergenza maltempo. La Regione: servono 1,8 miliardi per gli argini. Il viceministro Bignami sul commissario: “Prima la stima dei danni”. E i sindaci sono in pressing: “La nomina al più presto”. Bonaccini: “C’è ancora distanza”

Bologna, 15 giugno 2023 – “Prima va fatta la stima dei danni, poi si deciderà il nome del commissario”. Dopo le parole della premier Giorgia Meloni durante la visita insieme alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen alle zone alluvionate dell’Emilia Romagna, il concetto viene ribadito anche oggi dal viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami. “Lo stiamo dicendo dall'inizio: per capire chi deve fare cosa, dobbiamo capire cosa c'è da fare – ha detto Bignami -. Se pensano di avere l'uomo buono per tutte le stagioni... Ma non dicano che il terremoto è un esempio. Io c'ero e non è stato gestito bene. Molti non hanno ottenuto ciò che era loro diritto avere”.

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La Regione Emilia Romagna: quasi 9 miliardi di danni

I dati forniti dalla Regione indicano 8,8 miliardi di euro come la stima provvisoria dei danni. Di questi, 1,8 miliardi riguardano gli interventi per fare fronte all’emergenza, molti dei quali già partiti in queste settimane e 2,4 miliardi per ulteriori 3.145 interventi di ripristino dei danni. Quasi la metà dei danni riguarda fiumi, strade e infrastrutture pubbliche: oltre 4,3 miliardi di euro.

I danneggiamenti a privati registrano una prima stima di 2,1 miliardi: oltre 70.300 gli edifici certamente coinvolti dal maltempo (di cui 1.890 da frane). Un conteggio ancora provvisorio, dato che è ancora in corso il perfezionamento delle analisi dei tiranti idraulici delle aree allagate. Per quanto riguarda le imprese, quelle potenzialmente danneggiate sono 14.200 per un totale di 1,2 miliardi di euro (una stima anche questa che sarà perfezionata non appena verrà ultimato il conteggio dei danni delle aziende presenti sui territori collinari e montani). Una somma che non contempla tuttavia né il ripristino delle scorte né la perdita di fatturato correlata all’evento. Infine, il comparto agricolo, tra i più colpiti: le imprese danneggiate e coinvolte sono 12mila per 1,1 miliardi di danni tra la stima di perdite di produzione, i ripristini fondiari, i terreni persi e gli animali coinvolti dall’alluvione.  

Il secondo tavolo sull’alluvione

Il viceministro Bignami ha partecipato al secondo tavolo sull'alluvione fra governo ed enti locali che si è svolto oggi a Palazzo Chigi, dopo quello del 7 giugno. Al tavolo, presieduto dal ministro Nello Musumeci, oltre a Bignami c’erano, tra gli altri, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Ravenna e presidente dell'Upi Michele De Pascale, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, il presidente dell'Anci Emilia Romagna Luca Vecchi, il segretario generale dell'Autorità di Bacino del Po Alessandro Bratti, l'assessore dell'Emilia Romagna con delega alla Protezione civile Irene Priolo, il direttore generale per la Cura del territorio e l'ambiente Paolo Ferrecchi. 

Nel corso dell'incontro, informa una nota del ministero per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Bonaccini, nella qualità di commissario delegato, "ha illustrato il Piano degli interventi complessivi che prevederebbe un costo di circa otto miliardi e ottocento milioni”. Il ministro Musumeci "ha assicurato la massima attenzione da parte del governo e la disponibilità, dopo una verifica del Piano stesso, a fornire gradualmente le risorse che si renderanno necessarie, dando priorità ai primi interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei fiumi maggiormente compromessi e al ripristino dei collegamenti viari con i centri abitati rimasti isolati".

“Abbiamo una prima stima di danni vicina ai 9 miliardi di euro- ha affermato Bonaccini-. Di questi 1,8 miliardi sono necessari per riparare gli argini, i reticoli e le strade prima dell’autunno. Risorse necessarie a mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di eventi catastrofici come quelli di maggio: in particolare fiumi e viabilità locale. Il tema delle risorse e dei tempi delle coperture è cruciale. Diversi sindaci- ha proseguito- ci segnalano che i funzionari fermano le ruspe perché non hanno copertura finanziaria. I primi 230 milioni di euro messi a disposizione li abbiamo già spesi. E anche sui rimborsi, vanno garantite subito famiglie e aziende: abbiamo avviato d’intesa con la Protezione civile nazionale il percorso per fare arrivare rapidamente i primi 5 mila euro, con un primo acconto di 3mila già entro metà luglio, ma ora sono necessari oltre 500 milioni per le imprese per i primi acconti da 20mila euro”.

Più in generale, poi, “dalla ricognizione di tutti gli interventi realizzati in questi anni per il contrasto al dissesto idrogeologico emergono tre cose: che negli ultimi vent'anni nel Paese sono state stanziate poche risorse nazionali per la prevenzione e molte per riparare danni; che la Regione Emilia-Romagna ha programmato e realizzato opere molto più della media nazionale, come si evince dai dati ministeriali; e che l’evento di maggio non ha precedenti e ci ha dimostrato con una terribile chiarezza che tutti i modelli sono superati e che ora è necessario aggiornarli, con un salto di qualità nella messa in sicurezza del territorio, pena ricostruire solo quello che c’era prima”. “Alla luce di tutto- ha puntualizzato Bonaccini- crediamo serva una pianificazione organica degli interventi, per ripartire e ricostruire. Per questo, il Governo sulla nomina del Commissario alla ricostruzione decida chi ritiene, ma faccia in fretta, ne abbiamo bisogno al più presto perché la ricostruzione deve partire adesso, non tra un anno”.

Poi ha aggiunto che però "del tema del commissario non abbiamo praticamente parlato”, ha poi spiegato Bonaccini. “C'è un punto che non ci vede coincidenti nella valutazione. Io, noi, il sistema territoriale dell'Emilia Romagna, comprese le parti sociali, pensiamo che sarebbe utile nominare il prima possibile un commissario e la struttura commissariale per tenere insieme emergenza e ricostruzione. Il Governo in questo momento ha un punto di vista diverso. Io rispetto quel punto di vista, mi auguro che si possa arrivare più presto possibile a una coincidenza, perché siamo convinti che forti dell'esperienza del terremoto, quello sarebbe un ulteriore elemento di velocità e vantaggio”.

Il pressing dei sindaci: “Subito la nomina”

Gli amministratori locali della Romagna però sollecitano il governo e spingono per avere al più presto il commissario straordinario in modo da gestire al meglio la fase della ricostruzione. “Insistiamo sulla nomina del commissario per la ricostruzione in tempi brevi: i tre presidenti di Regione sono le figure principali a cui affidarsi. Se il governo ha idee diverse si prenda la responsabilità”, hanno detto Lattuca e De Pascale. “Con un margine di errore del 10%”, la conta dei danni derivanti dal maltempo in Emilia Romagna “su impianti e infrastrutture pubbliche è di circa circa 4.5 miliardi”, hanno detto i sindaci. 

Per di più il primo cittadino di Forlì, Gian Luca Zattini, avanza la proposta di convocare gli Stati Generali dell'alluvione, per parlare di frane, allagamenti e risorse da destinare alle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico. Anche la Cgil schiuma rabbia perché a detta del segretario regionale Massimo Bussandri "sono inaccettabili ritardi e rimpalli del Governo nella gestione dell'emergenza".

L’allarme di Coldiretti: “Ancora 100mila ettari nel fango”

Ad un mese dall’alluvione in Emilia Romagna, Coldiretti lancia l’allarme per ciò che riguarda i campi e le coltivazioni agricole: l’acqua su oltre centomila ettari coltivati ha lasciato il posto ad un pesante strato di limo e sabbia che crea una crosta impermeabile soffocando il terreno e rendendo impossibili gli scambi gassosi fondamentali per le radici e la vita delle piante. Inoltre, ci sono ancora circa mille frane attive con vigneti e uliveti trascinati a valle e strade interrotte.

I raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia coperti dal fango sono andati completamente perduti ma per recuperare la funzionalità dei campi e tornare a seminare è necessario – sottolinea la Coldiretti – arare in profondità per rimescolare gli strati del terreno e diluire la presenza di limo e sabbia in superficie. Frutteti e vigneti stanno morendo per asfissia radicale con la perdita di produzione per i prossimi quattro o cinque anni. In pericolo – sottolinea la Coldiretti – è un territorio con oltre 25mila ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri 25mila ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Oltre 60mila ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7mila ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia.

Gli aiuti per i lavoratori: 900 milioni a disposizione

Da oggi sul sito Inps è possibile presentare le domande per ricevere gli aiuti messi a disposizione dallo Stato a sostegno dei lavoratori dipendenti e autonomi delle zone colpite dalle recenti alluvioni nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Lo comunica il ministero del Lavoro in una nota. Novecento i milioni di euro disponibili, di cui 620 milioni per la cassa integrazione emergenziale e 253,6 milioni di euro per l'indennità una tantum destinata ad autonomi e professionisti.