Emilia-Romagna, il dopo Bonaccini. Corsini: sono a disposizione: "Per il futuro serve continuità"

L’assessore regionale presenta il libro "Fra la gente": è uno dei candidati alla successione. "Nessun tabù primarie, ma meglio la sintesi su un nome. Il centrosinistra può confermarsi"

L’assessore Andrea Corsini

L’assessore Andrea Corsini

Bologna, 17 aprile 2024 – “Non è il momento di parlare di nomi, ma credo che, se vogliamo che la nostra regione cresca ancora, serva continuità nelle politiche. Io, come sempre, sono a disposizione per fare ciò che mi chiederà il partito". Andrea Corsini calibra le parole, ma il senso è chiaro: l’assessore regionale Pd alle Infrastrutture e al Turismo intende portare il proprio contributo al centrosinistra, nel momento in cui si discute del successore di Stefano Bonaccini alla guida di viale Aldo Moro. Corsini ha voluto mettere nero su bianco, in un libro, la sua esperienza decennale di amministratore regionale, indicando anche la strada da intraprendere. Il titolo è un programma: Fra la gente. Dal garage di casa alla politica dell’Emilia-Romagna (Minerva Edizioni). Sarà presentato il 2 maggio a Ravenna, alla presenza anche di Bonaccini.

Assessore, perché proprio un garage?

"Sono nato a Cervia e vivo a Ravenna da 30 anni. Era consuetudine che, durante l’estate, la famiglia si trasferisse nel garage, dove erano allestiti bagno e cucina, perché l’appartamento veniva affittato ai turisti, per avere un’entrata extra. Una sorta di AirB&B ante-litteram ".

E come mai ha deciso di fare carriera in politica?

"Me ne sono sempre interessato. Credo che ’politica’ e ’partiti’ siano parole positive, sinonimo di ricerca di equità sociale, dell’interesse dei cittadini e delle imprese. Ho sempre avuto questo impulso nel Dna, trasmesso da mio padre, militante del Pci. Proprio coniugare l’attenzione ai servizi per le persone, il welfare e gli investimenti per le imprese è la chiave del successo dell’Emilia-Romagna".

Può dirci un traguardo di cui è soddisfatto, tra quelli raggiunti in Regione?

"Siamo riusciti a fare di tutta l’Emilia-Romagna una destinazione turistica. Non ci sono più solo la Riviera e le città d’arte, ma ogni località è attrattiva. È stata una grande operazione culturale: siamo riusciti a far comprendere che ogni territorio aveva eccellenze turistiche che potevano essere valorizzate. Oggi questa consapevolezza c’è".

E c’è qualcosa che non è riuscito a completare?

"Abbiamo lavorato molto su infrastrutture strategiche come Cispadana, Passante di Bologna e Bretella Campogalliano-Sassuolo. Il percorso è molto avanzato, ma avrei voluto avviare i lavori di tutte entro la legislatura. Poi c’è la Zona logistica semplificata, tassello fondamentale dell’intermodalità fra porto di Ravenna, trasporto su ferro e su strada: per responsabilità del governo non è ancora stata istituita. Un altro progetto a cui tengo è la holding regionale del Tpl, la prima parte sarà avviata entro la fine del mandato".

Bonaccini è vicino alla candidatura in Ue. Ma, senza terzo mandato, in viale Aldo Moro serve comunque un successore...

"Sulle europee, vedremo cosa decideranno Stefano e il partito. Ad oggi, la nostra regione è all’avanguardia in tutti i principali indicatori, economici e sociali. Guardando al futuro credo si debba lavorare sulla continuità. Senza dimenticare l’innovazione".

Per un eventuale candidato del centrosinistra c’è chi invoca le primarie...

"Il mio auspicio è quello di aprire un percorso e un metodo che coinvolga i gruppi regionali del partito, e poi allargare questa riflessione a tutte le forze politiche del centrosinistra. Se non si dovesse trovare una sintesi su un nome, nessun tabù sulle primarie. Io porterò il mio contributo. Si chiude un decennio di presidenza molto forte: occorre aprire una discussione partecipata".

L’Emilia-Romagna è contendibile?

"Oggi è tutto contendibile, ma se insistiamo sulla strada intrapresa, il centrosinistra può confermarsi".