ArchiveCovid Gran Bretagna, medici contro governo. La replica: "Non esiste piano C"

Covid Gran Bretagna, medici contro governo. La replica: "Non esiste piano C"

Difronte alla risalita dei contagi l'associazione chiede al governo di reintrodurre mascherine e distanziamento. Ma il sottosegretario alla Salute: "Non è il momento"

Metropolitana di Londra

Metropolitana di Londra

Roma, 21 ottobre 2021 - Reintrodurre le mascherine e il distanziamento. La Gran Bretagna ha raggiunto il picco, registrando questa settimana un nuovo record di morti per Covid. E oggi è l'Associazione medica a chiedere al governo di prendere provvedimenti per fermare la risalita della curva epidemica. Da giorni le autorità sanitarie britanniche invocano il cosiddetto Piano B, ovvero il ritorno delle restrizioni - dal green pass ai dispositivi di protezione - in un Paese che si trova difronte a una crescita di contagi sempre più minacciosa. La situazione è seria e l'Associazione medica britannica denuncia l'"inaccettabile" nuova ondata, accusando i ministri di essere "intenzionalmente negligenti" per non voler imporre le regole. Nonostante, infatti, negli ultimi otto giorni il Regno Unito abbia registrato oltre 40mila nuovi positivi al giorno - e ieri il ministro della Salute ha avvertito che in inverno si potrebbe arrivare a 100 mila al giorno - il governo è intenzionato a proseguire con il piano A, ovvero tenere tutto aperto, senza l'obbligo della mascherina. "Non esiste un piano Cper vietare le riunioni famigliari a Natale, ha infatti dichiarato il sottosegretario alla Salute, Edward Argar, aggiungendo che l'attuale pressione sul sistema sanitario nazionale è "sostenibile".

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La sanità è sottoposta a "forti pressioni", ha ammesso Argar, assicurando però che non è questo il momento giusto per introdurre misure aggiuntive allo scopo di controllare la diffusione del virus. Il sottosegretario ha poi esortato la popolazione a vaccinarsi per contribuire "ad alleviare la pressione sul sistema sanitario". Il piano A è ancora funzionante, ha aggiunto, precisando: "Si tratta di una corsa tra i vaccini e la loro inoculazione e il virus. Stiamo ancora vincendo questa corsa al momento ma le distanze si accorciano, il vantaggio diminuisce. Quindi quello che dobbiamo fare è uno sprint in direzione del traguardo".

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L'accusa dei medici: "Situazione preoccupante"

"Il governo aveva detto che avrebbe implementato il piano B per impedire al Servizio sanitario nazionale (Nhs) di essere sopraffatto. Come medici in prima linea affermiamo categoricamente che questo momento è arrivato", è quanto ha detto il presidente della British Medical Association (Bma) Chaand Nagpaul. "Per stessa ammissione del ministro della sanità avremo presto 100mila casi al giorno mentre già adesso abbiamo lo stesso numero di morti di marzo, quando eravamo in lockdown. E' incredibilmente preoccupante che il governo non voglia agire immediatamente per salvare vite e proteggere l'Nhs".

Quando un piano B?

"Se non si agisce subito per fermare il contagio", ha avvertito ieri il ministro della Salute, Sajid Javid, si rischia "una crisi profonda" nei prossimi tre mesi. Dopo due anni di pandemia, ormai si sa: l'inverno non favorisce l'affievolirsi del virus. E Javid l'ha confermato: "Sappiamo da sempre - ha detto - che i mesi invernali pongono la minaccia più grande alla strada per la ripresa". Ma da qui, nessuna marcia indietro: "Pensiamo la decisione giusta sia imparare a convivere con il virus". E di fronte alle domande dei giornalisti se vi sarà l'obbligo di mascherina, ha riposto che il governo potrebbe imporlo in futuro in alcuni luoghi, ma che per ora non è il caso.

Ma se non ora, quando potrebbe scattare il piano B? Nonostante l'impennata dei contagi di questi giorni, come ha ribadito nei giorni scorsi il ministro della Sanità, per ora la curva dei contagi e quella dei decessi - pur in aumento - restano lontani dai picchi dell'ultima ondata d'inizio 2021.  "Siamo preoccupati" ha affermato il ministro, ma ha aggiunto che i vaccini stanno funzionando e quindi non è necessario passare al piano B, con maggiori restrizioni. Javid ha ammesso che il sistema sanitario è sotto pressione, ma si è detto certo che la situazione "non è insostenibile". Il ministro ha esortato tutti a vaccinarsi contro il Covid e influenza, consigliando ai britannici di incontrarsi all'esterno il più possibile, aprire le finestre negli incontri al chiuso e indossare la mascherina nei luoghi affollati. 

Tony Blair: agire prima che sia troppo tardi

La Gran Bretagna ''è molto indietro'' rispetto ad altri Paesi europei circa la vaccinazione contro il coronavirus, in particolare per quanto riguarda gli adolescenti e le donne in gravidanza. Lo ha dichiarato l'ex primo ministro britannico Tony Blair a Sky News, definendo ''un dovere civico'' quello di vaccinarsi. Anche Blair ha quindi chiesto al governo britannico di ''accelerare rapidamente la risposta'' alla pandemia il giorno dopo che il ministro della Salute ha avvertito che il Regno Unito potrebbe dover affrontare ''un inverno particolarmente duro''. Sarebbe ''sensato'', ha quindi proseguito, adottare le misure per contenere i contagi ''prima che sia troppo tardi'' e prima che la pressione sul sistema sanitario nazionale, che ora ''è ancora sostenibile'', non lo sia più.

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