Fano, 11 ottobre 2012 - IL PM MASSIMO Di Patria e l’avvocato dei familiari della vittima, Blasi, hanno chiesto 30 anni; la difesa, rappresentata dai legali Cicetti e Brunelli, 14 anni; il giudice Di Palma, ne ha inflitti 16. Si è concluso in questo modo il processo con rito abbreviato celebratosi ieri mattina al tribunale di Pesaro nei confronti di Alessandro Ghilardi, il 38enne di San Lorenzo in Campo, trasportatore di frutta per la ditta «La Valle» di Senigallia e allenatore di calcio, che nel tardo pomeriggio di venerdì 9 settembre 2011 ha ucciso l’ex compagna Gabriella Petrolati, di 42 anni. Un delitto sconvolgente, compiuto con 23 colpi di coltello da cucina che aveva una lama lunga 25 centimetri.

L’unica consolazione, per i congiunti della vittima fu il fatto che l’autopsia compiuta dal dottor Pesaresi all’obitorio di Fano, stabilì che ad essere fatale è stata la prima o la seconda ferita inferta alla donna, che ha reciso l’aorta all’altezza del torace, provocandole una emorragia tale da far rinvenire del sangue nei polmoni.
 

DUNQUE, Gabriella soffrì solo pochi istanti e quando la mano di Ghilardi ha continuato ad infierire barbaramente su di lei, a terra, tra la zona notte e il salotto della casa che avevano condiviso per 10 anni, era ormai senza vita. In sostanza, è caduta l’aggravante della premeditazione (per la quale è previsto l’ergastolo, commutato in sede di rito abbreviato a 30 anni) e l’uomo è stato condannato per omicidio volontario; anziché a 14 anni di reclusione (un terzo dei 21 stabiliti per il rito “ordinario”) il giudice gliene ha però inflitti 16 e le ragioni precise potranno essere evinte dal dispositivo della sentenza che dovrà essere depositato entro 60 giorni. Termine dopo il quale gli avvocati di Ghilardi potranno decidere se fare o meno ricorso in Cassazione. Il magistrato giudicante ha anche riconosciuto in sede previsionale la condanna al pagamento di un risarcimento danni a favore dell’ex marito della vittima Colombo Silviotti (sposatosi con Gabriella Petrolati nel ’93 e separatosi nel 2001, senza mai divorziare) e del loro figliolo Francesco, che ha compiuto 18 anni 3 giorni fa, costituitisi entrambi parte civile.

«Abbiamo ottenuto una giustizia parziale — afferma il legale dei due, Loretta Blasi — ma bisogna riconoscere che in certi casi il garantismo del nostro ordinamento produce questi effetti. Certo è, che la signora Gabriella non può tornare in vita e che il giovanissimo Francesco è anche lui una vittima, di una persona, per giunta, che ha ritenuto a lungo un secondo papà».
 

Sandro Franceschetti