La ciclabile tira la volata alle proteste

Arzilla, il primo stralcio sarà terminato entro il 31 maggio. Tonelli: "I commenti si faranno al termine del cantiere"

Migration

di Anna Marchetti

Entro il 31 maggio sarà terminato il primo stralcio dei lavori della ciclabile dell’Arzilla. Il progetto fortemente contestato dagli ambientalisti (Lupus in Fabula, Italia Nostra, Argonauta), dai comitati cittadini e dai residenti sta prendendo forma così come l’hanno voluto l’Amministrazione comunale ed Aset: taglio di alberi e muro di sostegno (gabbionata).

"Le foto del cantiere ci raccontano – commenta l’architetto Giorgio Roberti di Italia Nostra – quello che si sta realizzando e quale sarà il risultato finale: non ci sarà più un percorso che racconta il territorio".

"Se le ciclabili – commenta il vice presidente di Lupus in Fabula, Claudio Orazi – devono comportare questi disastri e questo deserto, è meglio non farle".

"La prima parte dei lavori – fa sapere l’assessore alla Qualità Urbana Fabiola Tonelli – comporterà la sistemazione del ponticello, la pulizia della scarpata e la realizzazione del muro di sostegno. Il tracciato sarà riaperto durante il periodo estivo, mentre a settembre si procederà al completamento delle altre opere: l’illuminazione, la nuova pavimentazione, la piantumazione di verde e alberi".

E ancora Tonelli: "Cercheremo di ricreare un ambiente il più naturale possibile: i commenti si potranno fare solo a dicembre, al termine del cantiere".

Gli ambientalisti, che hanno cercato in tutti modi di convincere l’Amministrazione comunale ad intervenire su Aset per modificare il progetto, accusano "che da parte del Comune non c’è mai stata nessuna volontà di negoziare ed è stato manutenuto il progetto originario".

"Se hanno effettuato delle modifiche (come ridurre l’altezza della gabbionata o restringimento della pavimentazione) – commenta Orazi – è solo per evitare di invadere le proprietà private e non per raccogliere i nostri suggerimenti".

"Quello che temevano, lo stravolgimento di quell’ambiente naturale – fa notare Luciano Poggiani di Argonauta – si sta realizzando.

Con una cestonata è difficile che, dal punto di vista ambientale ed emotivo, il percorso mantenga le stesse caratteristiche precedenti.

La verità è che avrebbero potuto adottare soluzioni di ingegneria naturalistica, ma non l’hanno fatto".

"Portare avanti quel progetto contro una parte della città – aggiunge l’architetto Giorgio Roberti – è stato inutile e sciocco. Gli amministratori sono stati assenti e hanno permesso che il progetto (realizzato da Aset ndr) non venisse modificato.

Ad un certo punto sembrava che il sindaco Seri avesse accettato l’idea di una verifica sulla stabilità della scarpata, ma non si è fatto nulla. Con un gesto autoritario si è preferito portare avanti l’idea originaria".

C’è chi dice che, dal punto di vista ambientale, la ciclabile dell’Arzilla è un ‘assaggio’ di quello che sarà la Variante Gimarra. "Siamo di fronte a progetti che tengono conto – conclude Roberti – non tanto delle esigenze della città quanto di quelle della politica. Percepisco un senso di scoramento e di sfiducia verso una politica che non affronta le discussioni in tempi utili e che non ascolta la città".