Si sono portati un vocabolario, un paio di penne blu, i ricordi di cinque anni, delle mascherine e della didattica a distanza, le gite mancate, la distanza e la solitudine. Si sono portati i sogni dei loro 18 anni, lo sguardo verso il futuro e un po’ di ansia di quella buona, poche ore di sonno e la speranza che passi presto. Sono i ragazzi di oggi, quelli che stanno dimostrando la loro maturità su sudate carte, letteralmente, in questi giorni infuocati. Tra i primi ad uscire dall’aula ci sono Mattia Capancioni e Luca Venanzi, studiano all’Itet Carducci Galilei, indirizzo informatico aziendale, anche per loro la sfida era di quelle che tolgono il respiro: "Ho scelto la traccia che parlava della pandemia, racconta Mattia, mi sembrava l’unica possibile. E del resto di cose da dire ce ne sono tante, passando anche per la riflessione sull’ambiente e sulla scienza. Spero sia andata bene". "Anche io ho scelto il Covid, sottolinea Luca, era l’unica cosa su cui pensavo di poter dire la mia. Ne abbiamo passate tante in questi anni, su questo argomento ormai siamo preparatissimi. Ci è parso comunque abbastanza facile come tema, ce n’erano diversi che si potevano fare. Adesso andiamo avanti". Confessano tutti il sollievo di non aver avuto la mascherina sul viso, è caduto l’obbligo per gli esami e davvero è una possibilità che i ragazzi approvano in pieno. Andrea Antonelli, studente di relazione internazionale e marketing, ha scelto l’analisi del testo che indagava i rischi della rete e i problemi che crea esporsi troppo sui social: "Avevo approfondito diverse questioni sull’argomento, sono sempre stato colpito dal fatto che le cose che pubblichi sui social possono oggi condizionare anche i colloqui di lavoro e le possibilità che ti si aprono davanti. Ho scelto questo proprio per approfondire i ...
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