Ricatto a luci rosse Due a processo

Insieme con il complice, che aveva avuto una breve relazione con la vittima, aveva scattato foto e girato filmini a luci rosse all’insaputa della malcapitata, quindi l’avevano ricattata con la minaccia di diffonderli, chiedendo in cambio denaro e prestazioni sessuali. Lei alla fine si era rivolta ai carabinieri di Pedaso che, al termine di una complessa attività di indagine, avevano incastrato i due estorsori. Per questo motivo alla sbarra sono finiti V. S. un 42enne di origine campana già noto alle forze dell’ordine, da molto tempo residente a Porto San Giorgio, e il suo complice M. M., un 40enne residente in provincia di Ascoli Piceno. I due, difesi dall’avvocato Anna Indiveri, sono stati chiamati a rispondere di estorsione continuata in concorso.

In aula è stato sentito un testimone della difesa che raccontato una versione diametralmente opposta a quella della vittima. Tutto inizia quando M. M., allaccia una relazione con una donna residente nella zona della Valdaso. Sembra una storia seria, ma l’obiettivo, almeno da quanto ricostruito dalle indagini, è quello di riuscire a filmarla e fotografarla senza veli. Passa un po’ di tempo e la vera natura del rapporto emerge in tutte le sue sfaccettature. Arrivano i primi tentativi di estorsione da parte di V. S., che dice di essere venuto in possesso di immagini compromettenti: "Se non paghi le facciamo avere a chi sai tu e le pubblichiamo".

La vittima, ignara della complicità del suo amante, cerca aiuto proprio da lui, che le consiglia di pagare. Le richieste di V. S., si fanno sempre più pressanti e non si accontenta più solo delle somme di denaro: vuole in cambio anche prestazioni sessuali. Il ricatto va avanti per un po’ di tempo, ma, alla fine, la donna disperata, decide di rivolgersi ai carabinieri. Gli investigatori entrano subito in azione e scoprono che è stato proprio l’amante di lei a fornire filmati e foto compromettenti a V. S., così approfondiscono il caso e riscostruiscono l’intera vicenda. Viene eseguita quindi un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip del tribunale di Fermo, che dispone gli arresti domiciliari, nei confronti di V. S., mentre il complice viene denunciato in stato di libertà sempre per lo stesso reato, ovvero estorsione continuata in concorso. Al termine dell’udienza il processo è stato aggiornato per l’ascolto dei restanti testimoni delle difesa e per la requisitoria finale.

Fabio Castori