LORENZO PASTUGLIA
Cronaca

Truffa dei Superbonus a Fermo: 1,7 milioni sequestrati dalla Finanza

La rete era composta da due amministratori, sette professionisti e tre società situate nelle province di Fermo, Macerata e Perugia. Sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti nei superbonus edilizi 110%. Richiesti rimborsi per lavori mai realizzati

I finanzieri del Comando di Fermo durante un'attività di controllo

I finanzieri del Comando di Fermo durante un'attività di controllo

Fermo, 4 febbraio 2025 — Un’articolata frode nel settore dei Superbonus edilizi 110% ("Sismabonus" ed “Ecobonus”), che ha permesso la cessione di crediti inesistenti per oltre 16 milioni di euro.

Operazione fermata dai finanzieri

L’articolata operazione commessa da una rete di persone, però, è stata fermata dai finanzieri del Comando di Fermo, che hanno sequestrato 1,7 milioni di crediti fiscali inesistenti e bloccato la cessione di altri 14. Al centro della rete due amministratori, sette professionisti e tre società, operanti, oltre alla provincia fermana, anche in quelle di Macerata e di Perugia, in Umbria. Per l’occasione, gli indagati avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, predisposte false asseverazioni e apposizioni di visti di conformità da parte dei professionisti coinvolti.

Attività della "general contractor"

Durante le loro indagini, secondo i militari, è stato accertato che una società “general contractor”, operante nella provincia di Macerata, ha stipulato diversi contratti di appalto per l'esecuzione di interventi edilizi agevolati dalla detrazione fiscale del Superbonus 110%, su condomini della provincia di Fermo per oltre 16 milioni di euro. Poi attraverso fatture per operazioni inesistenti, ha ottenuto agevolazioni dallo Stato per lavori di efficientamento energetico e sismico, in tutto o in parte mai realizzati, rappresentate dalla cessione dei relativi crediti fittizi, anche grazie alle false attestazioni di professionisti abilitati.

Sospetti sugli indagati

Oltre agli amministratori della società general contractor, tra gli indagati ci sono anche degli ingegneri, che avrebbero presentato all'Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese e sulla realizzazione degli interventi agevolati.

I tre commercialisti indagati, invece, sono accusati di aver apposto i visti di conformità in relazione ai crediti ceduti, oltre ad aver trasmesso telematicamente i modelli di cessione del credito all'Agenzia delle Entrate, nonché l'amministratore dei condomini oggetto degli interventi edilizi.

Sequestro dei crediti inesistenti

La frode fiscale, così congegnata, ha portato a un'opzione di cessione di crediti inesistenti che superava i 16 milioni di euro. Una parte è stata bloccata dall'Agenzia delle Entrate sulla base di quello emerso dalle indagini condotte dai finanzieri di Fermo, l'altra ha originato crediti fiscali, alcuni dei quali già ceduti a soggetti terzi o già oggetto di compensazione per il pagamento di tributi dovuti, per i quali erano anche state inviate, in alcuni casi, insolite richieste di annullamento.

Il gip del Tribunale maceratese ha così emesso il provvedimento di sequestro preventivo ed impeditivo per oltre 1,7 milioni di euro di crediti inesistenti, parte dei quali ancora nella disponibilità del "general contractor”, e parte ceduti a terze società.