Aggressioni e aperture fuori orario, chiuso il club di via Modena

Il provvedimento del questore a seguito delle ripetute violazioni riscontrate. Scattano anche due maxi multe

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Liti, aggressioni, disturbo della quiete pubblica, violazioni alle prescrizioni sugli orari di chiusura oltre a una serie di criticità in materia di igiene e di prevenzione degli incendi. Sono tanti gli elementi che hanno raccolto gli agenti della polizia di Stato a carico del circolo privato Tito Red Carpet Club di via Modena 183A (l’ex D-Verso, per intendersi). Abbastanza da spingere il questore Cesare Capocasa a emettere un provvedimento di chiusura per ragioni di ordine pubblico con sospensione della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande. Il locale dovrà ora tenere le serrande abbassate per trenta giorni. L’atto è stato notificato ieri al presidente del circolo. Non è la prima volta che il club di via Modena finisce sotto la lente delle forze dell’ordine. Già in passato, infatti, erano stati necessari interventi per risse, aggressioni, schiamazzi e disturbi della quiete pubblica. Il circolo era già stato sanzionato anche per motivi di igiene pubblica e per inadempienze in materia di prevenzione degli incendi. A questo si aggiunge, come si legge in una nota della questura, "una sistematica violazione delle prescrizioni relative alla chiusura alle 20, imposta con ordinanza del Comune".

Il personale della polizia amministrativa ha inoltre notificato al presidente del circolo due contravvenzioni per un ammontare di 1.400 euro. Una stangata che fa riferimento proprio all’inosservanza degli orari di chiusura serale e al mancato spegnimento della musica entro mezzanotte, come previsto dal regolamento comunale. Insomma, per il questore ce n’era a sufficienza per ritenere quel locale un pericolo per la sicurezza dei cittadini. Oltre alla chiusura, il club rischia anche di vedersi sfumare la licenza. Da qualche tempo, infatti, il caso del Tito Red Carpet è finito sulla scrivania del vicesindaco Nicola Lodi. "Le immagini delle telecamere del Comune hanno permesso di dimostrare l’attività illecita che si svolgeva in quel locale – spiega Lodi –. Ora ci attiveremo per la revoca della licenza".

Federico Malavasi