Campo nomadi Ferrara, esposto alla Corte dei Conti

Ipotesi danno erariale

Campo nomadi Ferrara, scatta l'esposto (foto Businesspress)

Campo nomadi Ferrara, scatta l'esposto (foto Businesspress)

Ferrara, 24 settembre 2019 - Un esposto alla procura della Corte dei Conti per chiedere di verificare «la sussistenza di eventuali danni erariali per i precedenti mancati versamenti e per il ritardo con cui la delibera relativa al campo nomadi di via delle Bonifiche è stata adottata». La nuova amministrazione torna sul caso del ricollocamento dei nuclei e della chiusura del campo. Ieri, i protagonisti assoluti della vicenda che da poco più di due mesi sta animando l’operato della Giunta, Cristina Coletti (assessore ai Servizi alla Persona) e Nicola Lodi (vicesindaco e assessore alla Sicurezza, hanno fatto piazza pulita dagli equivoci.

«Dal 1989 – dice Lodi – i ferraresi hanno speso oltre un milione di euro per quel campo. Senza contare che a seguito di alcune segnalazioni del dipartimento di sanità pubblica relative allo stato igienico-sanitario e di sicurezza dell’area di via delle Bonifiche veniva avviata un’istruttoria dalla quale risultava che nel 1989, il Consiglio Comunale aveva adottato una delibera relativa all’approvazione del regolamento per disciplinare la gestione dei campi ubicati nel nostro territorio attrezzati per la sosta dei nomadi».

Peraltro il regolamento stabiliva che l’autorizzazione alla sosta fosse consentita «previo pagamento anticipato di un canone giornaliero per i servizi e di una cauzione». Somme queste che, a detta di Lodi e Coletti, «non sono mai state versate», portando nei fatti, «non solo al fallimento dell’intero progetto di integrazione, ma soprattutto ad un esborso di oltre un milione di euro». Danaro pubblico che l’attuale Giunta ha la volontà di recuperare in qualche modo. O quantomeno non intende «lasciare correre», avendo applicato (questa volta in maniera pedissequa) ai nuclei familiari ricollocati, il regolamento che prevede la corresponsione di un canone.

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In più, «le famiglie allocate nelle diverse sistemazioni – dicono gli amministratori – dovranno provvedere autonomamente al pagamento delle spese relative alle utenze; i contratti di fornitura sono infatti attivati a nome dei singoli capifamiglia». «Mi fa specie – spiega il vicesindaco – sentire l’attuale opposizione che tenta di fare la morale a quella attuale, invocando il principio di responsabilità quando sono stati loro a lasciare minori, anziani e disabili in condizioni igienico-sanitarie davvero inaccettabili». Vicesindaco e assessore ai Servizi alla Persona, tengono a precisare che all’eventuale quantificazione del danno erariale determinato dal mancato pagamento dei canoni previsti dal regolamento «vanno aggiunte le spese correnti sostenute nel tempo per la gestione dell’area, per un importo complessivo superiore ai 500 mila euro, dei quali oltre 391 mila impiegati per la fornitura elettrica, dal 2008 a maggio 2019».