FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Lite tra vicini a Ferrara sfocia nella violenza. Il racconto choc

Padre e figlio a processo per percosse. La vittima: “Calci in pancia e insulti razzisti”. La discussione nata per un campanello bloccato. La donna: "Ho trovato svastiche sui muri"

Lite tra vicini, il racconto choc della vittima (foto generica)

Lite tra vicini, il racconto choc della vittima (foto generica)

Ferrara, 28 aprile 2023 – Calci nella pancia e insulti razzisti al culmine di una banale lite per un campanello bloccato. Una serata da dimenticare, sia per l’accaduto in sé che per gli strascichi giudiziari a cui ha dato origine, tra querele e controquerele. L’episodio risale al 2021 e oggi è al centro di un processo davanti al giudice di pace. I protagonisti della vicenda sono una 35enne di colore e i suoi vicini, padre e figlio di 58 e 22 anni, rispettivamente persona offesa e imputati.

I fatti. Tutto comincia la sera del 28 ottobre del 2021 in un condominio della città. La 35enne abita al quinto piano con il compagno. Al piano di sotto vive la famiglia con la quale scoppierà l’alterco oggetto del procedimento. Inizialmente i rapporti tra vicini sono buoni, ma col tempo si incrinano.

Quella sera la donna rientra a casa e si accorge che il suo campanello suona senza sosta. Scende al piano terra e nota che è incastrato. Per risolvere la situazione chiede aiuto alla suocera, che abita nella palazzina di fronte. La donna esce con un cacciavite e cerca di sistemare il campanello. Negli stessi istanti, le due donne notano padre e figlio nelle vicinanze e gli chiedono se fosse opera loro. È la scintilla che fa divampare il diverbio.

Secondo la ricostruzione della parte lesa, i due iniziano a bersagliarla con insulti razzisti. Ma è solo l’inizio. La situazione ben presto degenera e la 35enne viene raggiunta da alcuni calci alla pancia. Sul posto arrivano la polizia e un’ambulanza. La giovane, che aveva di recente subito un intervento chirurgico, viene visitata e poi dimessa. Scatta la denuncia e il caso approda davanti al giudice.

L’udienza. Ieri in tribunale ha preso la parola la 35enne, assistita dall’avvocato Gianni Ricciuti. La donna ha ricostruito l’accaduto, raccontando di altri episodi di stampo razzista avvenuti nel palazzo, come la comparsa di scritte offensive e svastiche sui muri (fatti che, va chiarito, non vengono ricondotti agli imputati, anche se la 35enne ha palesato i propri sospetti). Il caso tornerà in aula il 14 settembre per sentire la suocera della vittima.