MARIO BOVENZI
Cronaca

Piena, incubo sciacalli: "Noi, in tenda la notte. Con la paura dei ladri". Azienda isolata da giorni

Rotta dell’Idice, da dieci giorni impresa agricola sommersa dalle acque "Invasi magazzini e la casa degli operai". In volo con l’aereo sopra la ’palude’. I ragazzi di un agriturismo fanno i turni nel gazebo per portare via gli utensili

Piena, incubo sciacalli: "Noi, in tenda la notte. Con la paura dei ladri". Azienda isolata da giorni

Ferrara, 29 ottobre 2024 – Hanno sorvolato terre sommerse Mattia Emiliani, 29 anni, e il pilota Alessandro Lammardo. Qualche giorno fa, decollo dall’aviosuperficie di Funo, Argelato (provincia di Bologna). Il rombo del motore, le ali dell’ultraleggero, la cabina che un po’ trema. "Si vedeva solo acqua, acqua e ancora acqua a perdita d’occhio. Una grande palude che si è mangiata la campagna", racconta Emiliani. Oltre il vetro della cabina, laggiù la rottura del Quaderna, poi ancora Mezzolara. L’Idice, la breccia. Le sue terre, a Campotto. Che non ci sono più. Si chiama azienda agricola Brocchetti. "Questo il nome dell’antico fondo", rivela Pietro Tognetti, 52 anni, che insieme a Emiliani porta avanti l’impresa.

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"Comprò la terra mio nonno, Domenico Borghesi, c’era il Fascismo. Eravamo negli anni Trenta e lui ’faceva la canna’, la raccoglieva e creava le ceste. Sono riuscito a salvare dall’alluvione l’archivio, con i documenti, la storia dell’azienda, un po’ della mia famiglia". Che ormai da giorni è a mollo, un mare d’acqua. Che ha invaso tutto. Oltre 120 ettari di terreno, il magazzino dove erano parcheggiati i trattori, dove c’erano gli attrezzi, la casa colonica che ospita gli uffici, la casa degli operai, il fienile. "Sono giorni che non riusciamo ad arrivare nella nostra azienda – amarezza e disperazione nelle parole di Tognetti, da generazioni agricoltore –. Una devastazione del genere non l’avevo mai vista, nella cronaca della mia famiglia non c’è memoria di un quadro così nero. E non è finita".

Piena, incubo sciacalli : "Noi, in tenda la notte. Con la paura dei ladri". Azienda isolata da giorni
Rotta dell’Idice, da dieci giorni impresa agricola sommersa dalle acque "Invasi magazzini e la casa degli operai". In volo con l’aereo sopra la ’palude’. I ragazzi di un agriturismo fanno i turni nel gazebo per portare via gli utensili.

L’azienda è circondata dalle acque. "Siamo riusciti ad andare fino alla corte lo scorso martedì, con noi c’erano i tecnici della bonifica Renana", racconta ancora Tognetti, che fa parte dell’associazione di categoria Confagricoltura. Uno scenario surreale. Il rumore cupo degli stivali che avanzavano a fatica in quel pantano, registri a galla nelle stanze invase d’acqua come una nave che sta affondando, mobili già marci in quel pantano. E non è finita. "Ci vorranno se va bene – fa un po’ di conti – quattro settimane prima che l’acqua se ne vada. E ciò sarà possibile solo se riusciranno a chiudere quella maledetta falla sull’Idice. Impossibile riuscire a seminare per quelle che sono le colture autunnali, ma rischiamo di avere problemi anche a primavera. I terreni sono erosi, sono stati scavati dall’acqua che è uscita con forza dalla breccia lungo l’argine. Non so sinceramente quando riusciremo a mettere piede nella nostra azienda, in questo momento è laggiù, isolata. Non ci sono strade per arrivarci".

Poco lontano, in quella distesa dove si misura la disperazione di famiglie, c’è l’agriturismo ‘Agricolanda Val Campotto’. Si vede appena, là in fondo. Ci vuole la barca per arrivarci, il gommone, gambali di gomma fino alla vita come quelli che indossano i pescatori che si calano in mare. Il titolare si chiama Sebastiano Tundo. Dice: "Siamo quattro soci, una ventina di collaboratori. Stiamo facendo la spola dalla terraferma all’agriturismo per salvare il salvabile, le attrezzature della cucina, peschiamo oggetti in quel metro d’acqua che ha circondato tutta la zona. Ci siamo costruiti un gazebo, facciamo i turni per cercare di pompare l’acqua fuori dalla struttura". I turni, giorno e notte. Perché oltre all’acqua si fa avanti un’altra paura, che possano portare via le loro cose.

L’incubo sciacalli, in quella palude dove ormai non è rimasto più nessuno, una zona ’proibita’ per motivi di sicurezza. "Sì la paura c’è, abbiamo là tutte le attrezzature da cucina". L’agriturismo, associato Coldiretti, faceva un milione di fatturato all’anno. "Non so quando potremmo ricominciare, abbiamo comunque alcuni campi da portare avanti". In quel deserto dove si sentono solo i tonfi dei remi, Tundo si aggrappa al coraggio che gli è rimasto. "Bisogna ripartire, al più presto". Intorno 1.500 ettari di campagna sommersa, come una terra di nessuno.