Processo Bergamini, si torna in aula. La ’verità’ di alcuni ex calciatori

Domani riprende il processo per l’omicidio del giocatore argentano, unica imputata la ex Isabella Internò

Processo Bergamini, si torna in aula. La ’verità’ di alcuni ex calciatori

Processo Bergamini, si torna in aula. La ’verità’ di alcuni ex calciatori

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Saranno alcuni ex calciatori e giornalisti dell’epoca, domani, a sedersi al banco dei testimoni, nell’ambito del processo a Isabella Internò, accusata di concorso nell’omicidio volontario del suo ex fidanzato Denis Bergamini, ucciso lungo la statale Jonica il 18 novembre del 1989. Si tratta di persone chiamate in cause nel corso della deposizione di un collaboratore di giustizia e che domani dovranno confermare o smentire queste dichiarazioni. Si tratta delle ultime testimonianze del processo che va avanti da due anni e mezzo, davanti alla Corte di assise del Tribunale di Cosenza, prima udienza il 25 ottobre del 2021, dopo che per trentadue anni, c’era ancora chi aveva difficoltà ad affiancare la parola omicidio alla morte del giovane calciatore argentano. Dopo decine e decine di udienze, la parte dibattimentale, le testimonianze, stanno giugendo al termine. Si aprirà poi la fase, che si annuncia complessa e accesa, della discussione. Non è ancora chiaro se preceduta dal racconto della ’sua’ verità, da parte dell’imputata, la quale fino a oggi non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma che per bocca dei suoi difensori continua a portare avanti la tesi del suicidio. Oppure se deciderà di rilasciare dichiarazioni spontanee. Chissà. Certo è che continuare a insistere sulla sua versione, dopo due anni di mezzo di processo, è se possibile ancora più difficile. Più probabile che rimanga in silenzio.

Inchieste. L’autista Raffaele Pisano, alla guida del camion che stando al racconto dell’imputata avrebbe investito Bergamini ’tuffatosi’ in strada, fu indagato per omicidio colposo, inchiesta poi archiviata. Ma la ricostruzione è sempre contestata dai familiari di Bergamini, dal padre Domizio e dalla sorella gemella Donata. Nel 2011, una perizia del Ris di Messina, per prima, accertò che Bergamini non era morto per le lesioni da schiacciamento, ma per asfissia. La Procura di Castrovillari,riaprì l’inchiesta dove finirono indagati la Internò, per omicidio, e il camionista Pisano, per favoreggiamento. Ma anche questa indagine si concluse con un nulla di fatto. Donata non si dette per vinta e insieme all’avvocato Fabio Anselmo tornò a chiedere nel 2017 la riapertura, concessa nel 2017 con la riesumazione del cadavere. Ne scaturirono nuovi accertamenti con la glicoforina e la certezza che il calciatore era già morto quando fu disteso in strada. Soffocato. Ma da chi?

Cristina Rufini