MAURO MALAGUTI
Cronaca

Spal, l’attacco è top. Ma la difesa fa acqua

Dopo cinque giornate i biancazzurri di Dossena sono primi per gol segnati ma anche subiti. La vittoria con il Carpi vale oro

Spal, l’attacco è top. Ma la difesa fa acqua

Capitan Antenucci e il giovane gioiello di casa biancazzurra, Rao (nella foto festeggiato dopo l’eurogol) stanno facendo sognare i tifosi biancazzurri

Dopo cinque giornate, non si può dire che Andrea Dossena non abbia mantenuto promesse e premesse. Giunto a Ferrara con un vissuto di allenatore votato all’attacco che regala molti gol sia all’attivo che al passivo, aveva garantito una Spal offensiva e propositiva. Ebbene, questo ha prefigurato e questo sta dando. I biancazzurri sono titolari sia del migliore attacco del girone con 9 reti segnate che della peggiore difesa (10, alla pari col fanalino Legnago ancora al palo). Non è una Spal zemaniana in senso strettamente tattico, perchè il pressing è meno spinto e altre differenze sono visibili, però lo è per spirito, alti e bassi di risultati, spettacolarità di manovra offensiva e difficoltà difensive.

Mai un clean sheet, nemmeno sul 2-0 contro un Carpi manovriero ma modesto nelle punte. E’ qui che la Spal deve migliorare, e che Dossena deve dare più certezze ed equilibri. Ma insomma, nemmeno Roma fu costruita in un giorno, e il tempo non manca. La mezz’ora finale rinunciataria e rattrappita ha un poco oscurato quel bellissimo primo tempo, che non è giusto cancellare. Osserviamo allora come la Spal sia andata in gol per due volte con una manovra che in sette e otto passaggi consecutivi rispettivamente l’ha portata a sfondare. Decisive le prodezze di Antenucci e Rao, 7 gol in due là dove si temeva che in attacco non ci fosse abbastanza capacità realizzativa, come l’assist di Mignanelli e il movimento del capitano a liberare il gioiellino di casa per il 2-0: ma sono state non meno importanti e convincenti la rapidità e la fluidità con cui si è andati da un’area all’altra senza far toccare palla al Carpi. Al secondo gol hanno contribuito addirittura otto giocatori diversi, con partenza dal terzino sinistro, smistamento di Antenucci in fascia destra e di nuovo palla di D’Orazio dalla parte opposta per il capolavoro di Rao. Unici a non partecipare al banchetto, i tre centrocampisti. Non sono cose che si improvvisano, c’è un copione e la Spal ha già una identità. Sono due azioni da riguardare per intero, meritano. Detto che sul gol del Carpi è Zammarini e non Radrezza come era parso in un primo momento a non coprire Cortesi, con relativo capovolgimento di voto in pagella a vantaggio di Igor, a non convincere ancora è la fase difensiva. E’ vero, questa volta i difensori puri sono stati tutti sufficienti, anche se bisogna essere più dominanti di testa sui cross e soprattutto sui calci piazzati: è un bene che Dossena lo ammetta e ci stia lavorando.

Ma le difficoltà principali vengono dal filtro davanti ai quattro dell’ultima linea. Gli avversari spesso vanno a segno con centrocampisti che salgono e vanno indisturbati all’infilata centrale (il lucchese Quirini) o al tiro (Cortesi e il perugino Torrasi). Qui si deve lavorare. Lunedì in tribuna c’era papà Polito, ds del Bari. Per fortuna la stecca del figliolo non è costata il 2-2. Ma soprattutto: si sarà chiesto se non gli convenis prendere questo Mignanelli invece di Tripaldelli? Sul black-out della ripresa molto contano paura di vincere e sostituzioni forzate di giocatori allenati con subentranti meno pronti. Dossena ha rimediato anche qualche critica per questo, ma francamente, deve gestire tre partite in sei giorni, e la panchina di gente fisicamente a posto gli offriva solo due difensori centrali e Nador, al netto dei baby Camelio e Kane. Il problema è noto, e su questi presupposti, non c’è da star sereni tra domani a Solbiate e domenica con l’Entella. Di questi tempi, impegni ravvicinati per la Spal sono poco raccomandabili. Anche per questo, i tre punti alla prima col Carpi finché undici freschi erano in campo valgono oro.