Super Green pass, caos fra i clienti "Misura corretta ma regole confuse"

I titolari di alcuni fra i più centrali bar e ristornati della città alle prese con il primo giorno di controlli "La certificazione rafforzata? Siamo d’accordo ma servirebbe maggiore chiarezza per le verifiche"

Migration

di Matteo Langone

Un caffè al bancone è per tutti, anche se in molti non lo sanno. L’introduzione del cosiddetto ‘Super green pass’ è stata accolta bene dai clienti e dai gestori di bar e ristoranti, ma la confusione regna ancora sovrana. Meglio, in tal senso, specificare. Per quanto riguarda i bar, per chi è in possesso del certificato verde rafforzato è possibile consumare sia al bancone sia al tavolo (all’interno, ovviamente): chi, invece, ne è sprovvisto può sorseggiare il caffè solamente al bancone. Non è difficile, ma comunque il cambio di regole ha gettato una spolverata di dubbi sui frequentatori dei locali. E anche, si diceva, sui gestori: "Non tutti sanno o si ricordano la regola – ammette Luca Masetti, ‘Mio Bar’ –. Io controllo il green pass a tutti, ma qualcuno ci rimane male: mi chiede come mai io lo faccia, se per prendere il caffè al bancone non è necessario. Questa mattina (ieri, ndr) ho comunque dovuto fare uscire un cliente che ne era sprovvisto e voleva sedersi all’interno". Ad ogni modo, il rafforzamento del certificato è ben visto da chi prepara caffè e cappellacci. Il rischio è la chiusura totale degli esercizi, come già successo un anno fa, e il gioco non vale la candela. Meglio, eventualmente, un cliente in meno ma l’attività aperta rispetto un lockdown fino a data da destinarsi. "Onestamente anche noi – intervengono Sara Tartari e Simone Borghi – abbiamo avuto qualche difficoltà nel comprendere nel dettaglio il cambiamento. I clienti, poi, non ne parliamo: due ragazze ci hanno addirittura chiesto se potevano sedersi all’esterno. Questo fa capire il livello di confusione che esiste in questo momento". Ma i titolari della ‘Caffetteria 2000’ si spingono anche oltre. E cioè, al nodo controllo: "Per noi diventa davveromolto complicato riuscire a gestire la verifica del ‘Super green pass’ – incalzano – perché siamo in due, dobbiamo lavorare e spesso uno è anche assente per una consegna o una commissione". Insomma, i sacrifici non mancano. Ma il premio per l’idea più innovativa – e, senza timori di smentita, anche più sicura – va ai fratelli Garutti, titolari sia dell’omonimo bar di via Cortevecchia (ex Aroldo), sia del vicino ristorante ‘Molto più che centrale’. In questo secondo locale, infatti, Michele e Giacomo hanno installato un software che controlla automaticamente il ‘Super green pass’ dei clienti, prima che questi si siedano al tavolo: "In tutto è un apparecchio da 750 euro – spiegano –, comprensivo di lettore, totem e stampante che ci consente di evitare problemi legati a certificazioni false".

In buona sostanza, all’ingresso ogni cliente avvicina il proprio ‘Super green pass’ alla fotocamera dello strumento: se il documento è in regola, lo schermo diventa verde e viene stampato all’istante un tagliando con la dicitura positiva e il nome e cognome del soggetto. La stessa persona, quindi, conserva il biglietto per l’intera durata del pranzo o della cena, di modo tale che, in caso di controllo, possa immediatamente mostrare la validità della sua posizione. Nel caso in cui il ‘Super green pass’ non sia idoneo, l’apparecchio diventa rosso, non stampa alcun ticket ed emette un suono che richiama i gestori. "Così evitiamo che la gente che non ce l’ha si sieda – concludono i Garutti –. In questo senso, siamo tranquilli noi e sono tranquilli anche i clienti".