FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

"Tra palco e paura Ma il teatro ci unisce"

L’ucraino Sakharov porta in scena la sua compagnia: "L’unico modo di aiutare i nostri cari è fare il nostro lavoro"

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di Francesco Franchella

"Il teatro, la musica, la danza e il circo sono potentissimi strumenti di pace e di fratellanza". Oleksandr Sakharov è il direttore della compagnia ucraina di danzatori acrobati Circus-Theatre Elysium di Kiev, che arriva questa sera al teatro Abbado con ‘Alice in Wonderland’. Per dare un segno di vicinanza all’Ucraina, alle 20.30, prima dell’inizio di ‘Alice in Wonderland’, la sala del teatro Abbado sarà illuminata dei colori della bandiera ucraina e verrà trasmesso l’inno. A seguire, i saluti di Giacomo Gelmi del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e di Padre Vasyl Verbitskyy, sacerdote ucraino della Chiesa di Santa Maria dei Servi.

Sakharov, il vostro spettacolo arriva in un momento duro per l’Ucraina. Cosa insegna ‘Alice in Wonderland’?

"La storia di Alice può insegnare che non bisogna avere paura dei propri sogni. Anzi, bisogna seguirli: come nella storia di Alice, quando alla fine della storia si sveglia da questo sogno, la stessa cosa può capitare a chiunque. È importante credere nei propri sogni e nel fatto che questi sogni diventino realtà." Insomma, un messaggio di speranza. Ma lei ha parenti in Ucraina? A cosa pensa quando è a teatro?

"Certo. Ho famiglia in Ucraina, come tutta la compagnia. Quello che stiamo cercando di fare è continuare a lavorare, con il massimo della serenità possibile e per quanto sia possibile, sapendo che quello che possiamo fare per supportare le nostre famiglie in questo momento è lavorare. Non abbiamo un’altra strada per poter supportare noi stessi e i nostri cari".

Quanto sta accadendo, la guerra, i vostri familiari in pericolo, come si rifletterà sul vostro spettacolo?

"La situazione che stiamo vivendo fuori dal palcoscenico non crea alcun effetto sullo spettacolo, per alcuni semplici motivi: siamo tanti in scena, ci sono giochi, situazioni, cose anche molto difficili e complicate e in alcuni casi anche un po’ pericolose per i quali c’è bisogno di massima concentrazione. Se uno degli artisti sbaglia, di conseguenza tutti gli altri si possono trovare in grossa difficoltà. Vogliamo rimanere concentrati e ricevere gioia e supporto da parte del pubblico, che può aiutarci a lenire la situazione tragica che viviamo nelle nostre vite private." Mentre le armi dividono i popoli, la cultura li unisce.

"Sicuramente la cultura, l’arte, la musica, il teatro, la poesia possono dare un aiuto alla pace, possono essere contro la guerra, possono mantenere insieme i popoli. Io aggiungerei anche lo sport: lo sport è una forma di condivisione di una passione che può tenere insieme le persone e aiutare la pace."