La maxi truffa del Superbonus, raffica di denunce

Sei clienti hanno denunciato per truffa aggravata l’appaltatore e due società. Indaga la guardia di finanza, aperto un fascicolo: "Sparito mezzo milione". I racconti: "Continui rinvii con le scuse più disparate, i nostri risparmi in fumo"

Ferrara, 7 settembre 2023 – Doveva essere un’occasione per ristrutturare le proprie abitazioni e renderle più efficienti dal punto di vista energetico. Ma da quando hanno deciso di avviare i lavori con il Superbonus 110%, per loro è iniziato un calvario.

Un incubo durato quasi un anno e fatto di lavori lasciati a metà o mai iniziati, rinvii giustificati con le più svariate scuse e, soprattutto, i risparmi di una vita andati in fumo.

Sulla vicenda indaga la guardia di finanza, nel riquadro a destra il comandante provinciale colonnello Cosimo D’Elia
Sulla vicenda indaga la guardia di finanza, nel riquadro a destra il comandante provinciale colonnello Cosimo D’Elia

Hanno tutti da raccontare una storia simile le sei persone che si sono affidate a un general contractor (un appaltatore) e a due società attive nel Ferrarese.

Vicende che sono finite all’attenzione della guardia di finanza, attraverso una querela depositata con l’assistenza dell’avvocato Simone Bianchi.

I sei denuncianti hanno illustrato le proprie vicissitudini e hanno chiesto di indagare per truffa aggravata dalla notevole consistenza dell’importo. Solo con le sei querele depositate dagli assistiti dell’avvocato Bianchi si parla di un ammontare complessivo di quasi mezzo milione di euro.

Si stima però che, nel complesso e contando anche altre persone finite nella stessa situazione, si arrivi a superare il milione. Il modus operandi su cui puntano il dito le varie denunce è sempre lo stesso. A cambiare sono solo i dettagli.

Tutti i querelanti spiegano di essere entrati in contatto con il general contractor . Un ragazzo giovane, ben vestito e sempre in giro su auto di grossa cilindrata.

Una volta ricevuti gli incarichi per le opere con il Superbonus, veniva svolta una prima stima dei lavori. In certi casi si parla anche di opere importanti, condomini, casolari di campagna con pannelli fotovoltaici, colonnine per la ricarica di auto elettriche e altro. Una volta stimato l’importo, spiegano i querelanti, veniva chiesto un cospicuo acconto (le somme oscillano tra i 20 e i 90mila euro).

Una volta incassato l’acconto, spiegano i denuncianti, inizia l’incubo: opere iniziate e mai concluse o promesse di montare i ponteggi e di iniziare i lavori che si sarebbero poi rivelate parole al vento.

Alle richieste dei clienti, l’appaltatore avrebbe sempre dato risposte evasive o, a loro dire, pretestuose, accampando varie scuse tra cui fantomatici cambiamenti della normativa. In alcuni casi, sempre stando a quanto denunciato, non sarebbe mai stata smossa nemmeno una pietra. In altri, i lavori sarebbero stati iniziati e mai finiti o svolti in maniera ritenuta insoddisfacente.

Arrivando anche ad alcuni estremi, come il caso di una donna alla quale sono stati demoliti i pavimenti, costringendola a trovare un’altra sistemazione, senza che venissero mai ripristinati.

Dopo quasi un anno di attesa, molti clienti hanno quindi deciso di procedere per vie legali, chiedendo a procura e guardia di finanza di indagare per l’ipotesi di reato di truffa a carico delle due società e del contractor.

I denuncianti sospettano che si siano fatti consegnare gli acconti con l’idea di non fare nulla.

Tale ipotesi dovrà ora essere verificata dagli inquirenti, che sulla base degli esposti hanno già aperto un’inchiesta.