Marks, un tiro che è già storia "Io vivo per questi momenti Che bello vedere tutti dall’alto"

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The shot, il tiro. Potrebbe essere questo il titolo della pellicola andata in onda sabato sera al PalaCarnera di Udine. Una trama avvincente, con i protagonisti che si affrontano senza esclusione di colpi, il duello, e infine la giocata decisiva, quella che vale tutto, e che regala alla Benedetto e ai suoi tifosi una notte storica, da capolista solitaria nel campionato di serie A2. Il tiro, quindi, quello che ha scardinato la difesa friulana all’ultima curva di una gara quasi sempre in equilibrio, che la Tramec ha però sempre tenuto sotto controllo, portandosi a casa con merito i due punti. Quel tiro, lo ha segnato Derrick Marks: è il nativo di Chicago il match-winner del Carnera, autentico mattatore del match con 28 punti segnati in 30 minuti, conditi da 5 rimbalzi e 2 assist. "Potete chiederlo a chiunque dei miei compagni: in palestra, io lavoro e vivo per momenti così, per questo ho saputo semplicemente farmi trovare pronto. Quando è stato il momento di prendermi quel tiro, sentivo tutta la fiducia del mondo: è entrato, quindi bene così – ha commentato Marks nel post-gara, con la stessa tranquillità e sicurezza con cui si è preso le responsabilità di quell’ultimo tiro, regalando ai compagni una vittoria da sogno, che consolida ancora di più il primo posto in classifica della Benedetto –. Per la squadra è molto importante questo successo, ogni giorno ci alleniamo duramente per serate così. Sapevamo che loro sarebbero stati in difficoltà ma, una volta scesi in campo, ogni discorso viene azzerato".

Una vittoria pesantissima, nonostante le tante assenze nella fila bianconere, che hanno limitato le rotazioni di coach Boniciolli. Marks questo lo riconosce, ma non può certo negare il valore di questi due punti. "Mi auguro la prossima volta di poterli affrontare al completo, per poterci misurare con quella che a tutti gli effetti rimane comunque la favorita del girone. Per il momento, ci godiamo il risultato e continuiamo a lavorare: poter guardare tutti dall’alto, è una sensazione bellissima". Una sensazione condivisa anche dal suo coach, Matteo Mecacci, direttore di un’orchestra che sta collezionando un capolavoro dopo l’altro. "Non si può far finta di niente, Udine aveva assenze pesanti, ma nonostante ciò sono stati bravi a spezzare il nostro ritmo. Ne è venuta fuori una battaglia, che abbiamo avuto il merito di portare a casa, avendo condotto la gara per oltre 30 minuti, in una cornice bellissima. Questi due punti danno una grande boccata d’ossigeno alla nostra classifica: godiamoceli, perché non sono affatto scontati".

Giovanni Poggi